Anonymous

3/5
Dal mistero sull'identità di Shakespeare la riflessione di Emmerich sul senso dell'arte. Quasi sorprendente

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GERMANIA 2011
Sullo sfondo della lotta politica per la successione al trono di Elisabetta I, un misterioso autore, che si cela dietro lo pseudonimo William Shakespeare, inizia a scrivere una serie di opere destinate a entrare nella Storia della Letteratura...
SCHEDA FILM

Regia: Roland Emmerich

Attori: Jamie Campbell Bower - Giovane Oxford, Rhys Ifans - Edward de Vere, David Thewlis - William Cecil, Joely Richardson - Principessa Elizabeth Tudor, Vanessa Redgrave - Regina Elizabetta I, Xavier Samuel - Henry Wriothesley, Rafe Spall - William Shakespeare, Edward Hogg - Robert Cecil, Vicky Krieps - Bessie, Mark Rylance - Gloucester, Tony Way - Thomas Nashe, Sebastian Armesto - Ben Jonson, Julian Bleach - Sir Richard Pole, Amy Kwolek - Giovane Anne de Vere, Paula Schramm - Bridget de Vere, John Keogh - Philip Henslowe, Robert Emms - Thomas Dekker, Sebastian Reid - Essex, Alex Hassell - Spencer, Trystan Gravelle - Christopher Marlow, Anna Altmann - Lady Cecil, Antje Thiele - Lady de Vere, Axel Sichrovsky - Essex General, Derek Jacobi, Ned Dennehy

Sceneggiatura: John Orloff

Fotografia: Anna Foerster

Musiche: Thomas Wanker

Montaggio: Peter R. Adam

Scenografia: Sebastian T. Krawinkel

Arredamento: Simon-Julien Boucherie

Costumi: Lisy Christl

Durata: 130

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: ARRI ALEXA, HDCAM, D-CINEMA (1:2.35)

Produzione: ROLAND EMMERICH, LARRY J. FRANCO, ROBERT LEGER, CHRISTOPH FISSER, KIRSTIN WINKLER, CHARLIE WOEBCKEN PER STUDIO BABELSBERG MOTION PICTURES

Distribuzione: WARNER BROS. PICTURES ITALIA, DVD E BLU-RAY: SONY PICTURES HOME ENTERTAINMENT (2012)

Data uscita: 2011-11-18

TRAILER
NOTE
- CANDIDATO ALL'OSCAR 2012 PER I MIGLIORI COSTUMI.
CRITICA
"Non convince il passaggio di Roland Emmerich dal cinema catastrofico a quello più autoriale. Con 'Anonymous' ci riporta nella Londra elisabettiana per raccontare la storia del 'vero' autore delle opere di Shakespeare, che secondo alcune teorie, era solo un volgare e ignorante attore da strapazzo, prestanome di Edward de Vere, conte di Oxford, raffinato uomo di lettere e amante della regina. Non è altrettanto raffinata però la sceneggiatura che tratteggia grossolanamente i personaggi, pasticcia con la Storia e azzarda colpi di scena da telenovela che fanno sussultare sulla poltrona." (Alessandra De Luca, 'Avvenire', 18 novembre 2011)

"Che Shakespeare sia nostro contemporaneo non c'è più alcun dubbio, bastava sentire l'altra sera all''Infedele' Pippo Delbono recitare Enrico V. Ma il nuovo film del tedesco hollywoodiano Roland Emmerich, tra le penombre della Londra del XVII secolo, va alla radice con un kolossal thriller sullo scambio d'identità: chi era Shakespeare? E' esistito davvero? Non è uno scoop, da secoli si dibatte, illazioni molte (anche che Scespir fosse un italiano, Nord Est?) ma sicurezze poche. Sul problema si sono interrogati Mark Twain e Freud, Chaplin e Welles, per cui Emmerich, regista action d'attacchi alieni, Godzilla e fini del mondo, si sente in buona compagnia, avendo fatto culturalmente un passo avanti. Il regista è tra gli 'anti stratfordiani' cioè tra quelli che non credono alla favola del ragazzo incolto e di umile famiglia di Stratford che ha scritto 37 capolavori e 154 amorosi sonetti; invece si riconosce negli 'oxfordiani' che, come sostiene il film, vedono in Edward de Vere, conte dandy di Oxford che di soprannome faceva 'spear shaker', consigliere legatissimo alla regina Elisabetta I, il vero autore sotto mentite spoglie dell'immortale corpus teatrale di cui non c'è traccia nell'eredità quando William morì nel 1616." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 18 novembre 2011)

"Un thriller letterario, insolito e sorretto da un magniloquente e sfavillante sforzo produttivo. Il fatto, però, che 'Anonymous' si presentasse già in partenza come un blockbuster difficile da consumare, è dimostrato dalle strategiche anteprime organizzate a tappeto sul territorio nazionale con il lodevole conforto delle università e in particolare delle cattedre di lingua e letteratura inglese. Roland Emmerich, finora conosciuto come artefice di sbrigativi kolossal apocalittici, vi sviluppa, infatti, la controversa leggenda che mette in dubbio l'identità di William Shakespeare. (...) L'allampanato Rhys lfans è molto in parte, la Redgrave come sempre insuperabile, ma la lana caprina dell'assunto penalizza l'adesione del pubblico non meno del vorticoso e spesso frastornante incrocio dei piani temporali." (Valerio Caprara, 'Il Mattino', 18 novembre 2011)

"L''Anonymous' del titolo è il personaggio che secondo una certa scuola di pensiero avrebbe scritto le opere passate alla storia sotto il nome di Shakespeare, sulla cui vera identità si specula da secoli senza certezza. La tesi qui abbracciata è quella degli 'Oxfordians', convinti che per parlare con tanta cognizione di uomini di potere, ci volesse qualcuno appartenente a quel mondo come Edward de Vere, XVII duca di Oxford. Teoria che studiosi come James Shapiro, reputano assurda e infondata. (...) Davvero troppa carne al fuoco nella pasticciata e romanzata sceneggiatura di John Orloff! Però gli interpreti, a partire da Rhys Ifans/de Vere, sono ottimi; la ricostruzione della Londra d'epoca suggestiva e la regia di Emmerich professionale. Ed è fantastico come il Bardo continui ad alimentare direttamente e indirettamente la fantasia dei posteri." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 18 novembre 2011)

"Fu davvero Shakespeare a scrivere i capolavori tramandati con il suo nome? Una controversia antica, per usare un eufemismo, di interesse limitato. Il drammone in costume del rozzo Roland Emmerich che scova il vero autore in un tal conte di Oxford. Si sbadiglia alla grande tra magnifici costumi, continui intrighi e scene troppo scure. Rimpiangendo la grazia 'Shakespeare in Love' e il fuggevole topless di Gwyneth Paltrow. Qui per di più ci tocca l'incartapecorita Vanessa Redgrave (Elisabetta) in déshabillé." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 novembre 2011)

"«E chi muore senza portare nella propria tomba almeno una pedata ricevuta in dono da un amico?», scriveva il Bardo nel 'Timone d'Atene' profetando quel che Roland Emmerich gli avrebbe cinematograficamente 'dedicato' nel 2011. Certo, il catastrofista teutonico col pedigree ('2012' e dintorni) proprio amico di William Shakespeare non pare, a giudicar dal fatto che del più grande drammaturgo della storia ha cancellato le tracce, rendendolo - per così titolare - 'Anonymous'. Legittimato da secoli di dubbi sulla vera identità dell'autore di 'Amleto', imbastisce un Gran Pastis formato fanta-blockbuster tra la corte di Elisabetta I e i pop teatri di Londra, a cui manca solo il 3D. Per carità, la vicenda (specie la mezz'ora di chiuse emozionali) ha una sua logica, ma l'arte del kolossal è altra cosa. Con beneplacito del bravissimo Rhys Ifans al cui talento si deve la stella in più." (Anna Maria Pasetti, 'Il Fatto Quotidiano', 17 novembre 2011)

"La teoria, tutt'altro che nuova, resta per alcuni affascinante: William Shakespeare era un 'nom de plume'. Il bardo, dunque, non esisterebbe e le geniali opere a lui attribuite sarebbero state scritte da qualcun altro. Stavolta a riproporre il tormentone è il regista Roland Emmerich che nel film 'Anonymous', tra le tante ipotesi, sposa quella che vedrebbe in Edward de Vere, conte di Oxford, l'autore misterioso. E lo fa ambientando la vicenda durante i disordini politici avvenuti nel periodo elisabettiano, abbondantemente conditi con invidie, cospirazioni, tradimenti e torbide passioni, per rendere il tutto cinematograficamente più attraente. In più la messinscena è imponente, con una sontuosa ricostruzione di Londra in computer grafica (Emmerich è quello di 'Independence Day' e 'The Day After Tomorrow'), e con costumi e ambientazioni di grande suggestione. Tutto bene, dunque? Non proprio, perché lo sceneggiatore John Orloff - anche volendo sorvolare su alcune incongruenze di date tra le opere attribuite a Shakespeare e la vita di de Vere - non riesce a costruire una storia del tutto lineare, facendo ricorso a una serie di flashback, alcuni persino all'interno di altri. Cosicché nella prima mezzora del film complica non poco la vita dello spettatore, soprattutto se a digiuno di storia inglese, servendogli un groviglio che sembra inestricabile, anche perché tra gli intenti del regista c'è quello di imbastire un thriller politico. E per questo immagina le opere di Shakespeare - di cui vi sono alcuni deliziosi assaggi in un ben ricostruito Globe Theatre - come un'arma sfruttata dalle fazioni che si contendono il potere per sobillare il popolo. (...) Il risultato - che a stento dissimula un pizzico d'invidia tutta americana per il genio del drammaturgo inglese - è una via di mezzo tra 'Elizabeth' e 'Shakespeare In Love', un po' tragedia e un po' commedia; un film che non riesce a catturare e a convincere come vorrebbe. Almeno non così come vorrebbero il regista e l'attore shakespeariano Derek Jacobi, al quale con una trovata narrativa Emmerich affida, sul palco di un moderno teatro di New York, il compito di introdurre lo spettatore alla conoscenza di 'un'altra storia' e il finale che vorrebbe porre fine alla disputa. Il giudizio sul merito della questione lo lasciamo agli storici. Quanto a noi, anche dopo la visione del film, la sensazione è che non sia poi così importante sapere chi fosse realmente William Shakespeare. Ciò che conta, e che resta, è la sua ineguagliabile opera." (Gaetano Vallini, 'L'Osservatore Romano', 18 novembre 2011)