Fratelli d'Italia

3/5
Alin, Masha, Nader e le seconde generazioni: da Claudio Giovannesi una lezione di civiltà

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ITALIA 2009
Tre italiani di seconda generazione, tre ragazzi che è facile vengano definiti 'stranieri', tre studenti dell'Istituto Tecnico di Ostia, si raccontano davanti alla videocamera affidandole le loro aspirazioni, la rabbia, le paure e gli affetti. Li vediamo difendersi dalla società in modi diversi: chi con il senso dell'umorismo, chi sognando ad occhi aperti, chi isolandosi dal mondo, in uno spazio multiculturale in cui si distinguono l'uno dall'altro per la lingua, i riti e i costumi, ma in cui possono essere definiti simili perché adolescenti.
SCHEDA FILM

Regia: Claudio Giovannesi

Soggetto: Claudio Giovannesi

Fotografia: Andrea Spalletti Panzieri, Ferran Paredes Rubio

Musiche: Claudio Giovannesi

Montaggio: Giuseppe Trepiccione

Suono: Andrea Viali, Davide Pesola, Stefano Di Fiore, Vincenzo Schiavo

Durata: 90

Colore: C

Genere: DOCUMENTARIO

Specifiche tecniche: BETA DIGITAL PAL

Produzione: GIORGIO VALENTE PER IL LABIRINTO, IN COLLABORAZIONE CON EDUCINEMA, ITCT TOSCANELLI E REGIONE LAZIO

Distribuzione: CINECITA' LUCE (2010)

Data uscita: 2010-05-07

TRAILER
NOTE
- MENZIONE SPECIALE ALLA IV EDIZIONE DEL FESTIVAL INTERNAZIONALE DEL FILM DI ROMA (2009) NELLA SEZIONE 'L'ALTRO CINEMA EXTRA'.
CRITICA
"Claudio Giovannesi, il regista de 'La casa sulle nuvole', classe 1978, ha preso una telecamera e si è messo a pedinare, come insegnava Zavattini, tre allievi dell'Istituto tecnico Toscanelli di Ostia, proseguendo il lavoro iniziato con 'Welcome To Bucarest', altro docu molto amato e premiato, realizzato all'interno del progetto sostenuto dalla Regione Lazio Educinema. Ne è uscito un film vivace e interessantissimo, 'Fratelli d'Italia', che è un po' la risposta italiana a 'La classe' di Cantet. (...) È l'episodio più teso e rivelatore. Ma ha anche la scena più comica: Nader che prega, genuflesso con tutta la famiglia, ma con una mano si tira su i calzoni a vita bassa calati un po' troppo in basso. Auguriamo al film che lo vedano in molti. E che molti lo imitino." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 21 ottobre 2009)

"Un film da prima serata tv, curioso, attento, sensibile e privo di pregiudizi anti italiani (davvero commuovente), a parte l'ironico titolo, 'Fratelli d'Italia'. Certo da noi, a differenza che in Gran Bretagna e Francia, con secolare esperienza di immigrazione, manca una seria tradizione di serial o soap che fanno dello scontro e incontro culturale motivo di spettacolo, riflessione e di crescita emozionale comune. Qui lo spessore conoscitivo, la 'costituzione d'oggetto' è affidata all'intuito e al talento degli interpreti scelti, più che da un general intellect collaudato. (...) Parlano tutti e tre il linguaggio del corpo che vuole, con rabbia umorismo e determinazione, una autorealizzazione individuale, senza interferenze di comunità. In attesa di una comunità di tutti diversi tutti uguali che è l'utopia nell'Italia della bossi Fini. E parlano soprattutto quella lingua, impreziosita da sincopi, dittonghi allungati e aleatorie riorganizzazione di accenti, proprio come un dialetto, che potrebbe convincere la Lega a assumere in ogni scuola maestri e prof di cadenza africana, balcanica, maghrebina e rom per insegnarci a tutti noi la nuova musica della lingua italiana vivente." (Roberto Silvestri, 'Il Manifesto', 21 ottobre 2009)

"Se le tv italiane non fossero già impegnate a nascondere la realtà a colpi di reality, spedirebbero i nostri migliori registi in giro per l'Italia a raccontare le scuole. E' nelle aule che si vede il paese, di oggi e di domani. Per fortuna però sappiamo improvvisare: così Claudio Giovannesi, il regista de 'La casa sulle nuvole', classe 1978, si è messo a pedinare, alla Zavattini, tre allievi dell'Istituto Tecnico Toscanelli di Ostia. Proseguendo il lavoro iniziato con 'Welcome to Bucarest', altro docu amato e premiato. Ne è uscita una piccola risposta italiana a 'La classe' di Cantet (che era un capolavoro): il vivace e interessantissimo 'Fratelli d'Italia'. Niente messinscena però, qui tutto avviene davvero davanti all'obiettivo di Giovannesi che per un anno ha seguito Alin, Masha e Nader, sui banchi, in strada e dentro casa. Al Toscanelli infatti il 30% degli allievi è immigrato o figlio di immigrati, con gli intrecci che si possono immaginare fra ragazzi nati o cresciuti a Roma e famiglie che vengono da mondi lontani. (...) Un film da vedere. E un modello da imitare." (Fabio Ferzetti, 'Messaggero', 7 maggio 2010)

"In sincrono con le celebrazioni del Giubileo della Nazione, avviate due giorni fa sullo scoglio di Quarto dal presidente Napolitano, arriva nelle sale 'Fratelli d'Italia': coincidenza probabilmente non casuale, visto che il documentario di Claudio Giovannesi contiene gli elementi per entrare nella polemica accesa dalla Lega sull'opportunità o meno di festeggiare i 50 anni dell'Unità. Infatti 'i fratelli' del titolo sono tre immigrati, studenti dell'istituto commerciale 'Paolo Toscanelli' di Ostia (...) Si tratta di adolescenti in crisi le cui inquietudini sono acuite da problemi di integrazione, che sono soprattutto problemi di identità: ma, in un vuoto istituzionale riempito solo dal generoso impegno di alcuni insegnanti, chi li aiuterà a mediare fra le tradizioni del mondo d'origine e i modelli della società che li accoglie? E c'è da chiedersi che razza di esempio possiamo offrire a questi giovanissimi aspiranti 'fratelli d'Italia', se siamo noi stessi a rinnegare quel fondamentale valore di appartenenza nazionale, senza il quale un paese resta privo di volto, cultura e coscienza." (Alessandra Levantesi Kezich, 'La Stampa', 7 maggio 2010)