[Rec]²

SPAGNA 2009
Una task force composta da quattro militari e un sedicente dottore del Ministero della Sanità viene inviata in uno stabile in cui sono avvenute delle misteriose sparizioni, forse a causa di un virus letale che ha contagiato gli inquilini. Il gruppo, dotato di apparecchiature video per documentare tutta l'operazione, cercherà di capire cosa sia successo e di scovare eventuali sopravvissuti.
SCHEDA FILM

Regia: Jaume Balagueró, Paco Plaza

Attori: Manuela Velasco - Ángela Vidal, Óscar Sánchez Zafra - Jefe, Ariel Casas - Larra, Alejandro Casaseca - Martos, Pablo Rosso - Rosso, Pep Molina - Padre di Jennifer, Andrea Ros - Mire, Pau Poch - Tito, Juli Fàbregas - Pompiere, Ferran Terraza - Manu, Jonathan Mellor - Dottor Owen, Carlos Olalla - Ispettore di Polizia, Àlex Batllori - Ori, Javier Botet - Ragazzina Medeiros, Nico Baixas - Ragazzina Medeiros, Ana Isabel Velásquez, Leticia Dolera

Soggetto: Jaume Balagueró, Paco Plaza, Manu Díez

Sceneggiatura: Jaume Balagueró, Paco Plaza, Manu Díez

Fotografia: Pablo Rosso

Musiche: Carlos Ann

Montaggio: David Gallart

Scenografia: Gemma Fauría

Costumi: Glòria Viguer

Effetti: Álex Villagrasa

Durata: 85

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: DCP, 35 MM (1:1:85)

Produzione: FILMAX

Distribuzione: MEDIAFILM

Data uscita: 2010-01-05

TRAILER
NOTE
- FUORI CONCORSO ALLA 66MA MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2009).
CRITICA
"I 24 fotogrammi che l'occhio può registrare si frantumano in velocissimi secondi di caos visivo, una mutazione antropologica da videogame che acceca, come succede in grande scala nel kolossal robotico digitale 'Transformers'. Il film segue a ripetizione la scena madre - attacco, fuga, urla - con un effetto anestetizzante, si può dire lo stesso provocato dalle news sulle carneficine. Manca qualsiasi attenzione per i personaggi, le psicologie, i dialoghi. La narrazione è polverizzata dalla superficie dello schermo, istantanea di un avvenimento ai confini della realtà, cronache dell'aldilà. La percezione della paura cambia segno. Non più suspense, non più ricerca di drammaturgia, solo citazioni accavallate, come quella del sangue che ribolle al contatto con la croce (variazioni su 'La cosa' di Carpenter) o, appunto, il richiamo esplicito a 'The Blair Witch Project'. Solo frenesia collettiva, onda corale da acido di massa con gli spettatori immunizzati davanti alla catastrofe. La Spagna sperimenta i sintomi della pandemia di Satana." (Mariuccia Ciotta, 'Il Manifesto', 03 settembre 2009)

"Tornare sul luogo del delitto, per l'assassino, non è mai salutare. Jaume Balagueró e Paco Plaza, però, sanno smentire l'assunto. 'Rec2', pellicola insanguinata, è sequel baldanzoso del prototipo omonimo, pressoché inattaccabile, datato 2007. (...) In 'Rec2' si riscrive il percorso spaziale della visione dell'orrore: non più soltanto in versione ascensionale, ma al contrario partendo dall'alto, dal sottotetto, per poi ridiscendere e perdersi in mille ostacoli, modello videogame, sulla strada verso la salvezza. Plaza e Balagueró padroneggiano i meccanismi della suspense proprio perché ti obbligano a guardare, attraverso gli unici, possibili, incrociati cunicoli visivi, tutto ciò che vogliono mostrarti. Montaggio ridotto al minimo (operazione che richiede un notevole sforzo fisico recitativo) e una protagonista, Manuela Velasco, in origine conduttrice di programmi tv per ragazzi, sempre più icona sexy con canottierina alla 'Alien' imbrattata di sangue." (Davide Turrini, 'Liberazione', 03 settembre 2009)

"Si ha voglia a parlar male dei reality show: sbucano fuori ogni volta che un racconto, cinematografico o letterario, spinge sul pedale della verità. Reality show erano i romanzi epistolari del Settecento. Reality show sono gli innumerevoli manoscritti ritrovati, nella Saragozza sotto assedio del polacco Jan Potocki, oppure nella bottiglia di Edgar Allan Poe. Reality show sono i video ritrovati dopo una catastrofe o una caccia alle streghe finita male. Reality show era il primo [REC] 1 : ogni immagine del film, sgranata il giusto, aveva l'icona della batteria in via di scaricamento. Da reality era anche il pretesto: una giornalista e il suo cameraman tallonavano una squadra di pompieri chiamati da una vecchietta intrappolata in casa. Dopo molte traversie, la giornalista era letteralmente risucchiata in soffitta da un orrendo mostro. [REC] 2 inizia un quarto d'ora dopo. Entra il dottore e gli agenti della squadra speciale con le telecamere piazzate sull'elmetto. Purtroppo così si vedono di faccia e di profilo anche i mostri assetati di sangue, che sono sempre meno spaventosi dei mostri che giocano a nascondino." ('Il Foglio', 16 gennaio 2010)

"Il film è un seguito, dunque [Rec 2] (dove 'rec' sta per il comando recording della videoregistrazione). Ma approfittando della specie di parentesi quadra in cui è racchiuso, il 2 è segno matematico della potenza: 'Rec', insomma, al quadrato. Poiché il film è horror, versione iberica, questa è la promessa del titolo: moltiplicare l'inicubo che era cominciato due anni fa, nel palazzo di Barcellona contaminato. Preda di un cruentissimo contagio documentato da una videocamera che spingeva l'obiettivo in un diabolico, claustrofobico recesso. Da dove Jaume Balaguer e Paco Plaza, i registi, riprendono (camera a mano obbligata, prima impugnata da un manipolo di incursori, poi da un terzetto di incauti ragazzi), il racconto che piega presto verso l'esorcistico: (...) La regia non manca di mestiere e anche di maestria, nel genere che Balaguerò e Plaza professano, di ripresa diretta con ritmo accelerato, come dire, quasi senza fare prigionieri. La conclusione del film induce a ritenere che avremo un terzo 'Rec', nella logica si presenterà al cubo. (Bernardino Marinoni, 'La Provincia', 13 gennaio 2010)