Una storia vera, tre star della televisione italiana prestate al cinema e un promettente regista esordiente. Sono questi  gli ingredienti di E se domani... opera prima in concorso a Annecy, applaudita a lungo dal pubblico del festival e in uscirà nelle sale italiane tra gennaio e febbraio distribuita da Medusa. Diretto da Giovanni La Pàrola, su una sceneggiatura firmata da Francesco Piccolo, il film è interpretato dalle "Iene" Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri, Sabrina Impacciatore, Luigi Maria Burruano, Claudio Gioè, Ernesto Mahieux e Paolo Sassanelli. La storia, ambientata a Bologna, si ispira a un fatto di cronaca avvenuto il 2 gennaio del '97: oppresso dai debiti, un uomo fece irruzione in una banca e dopo aver minacciato di togliersi la vita, perché non gli era stato concesso un prestito, trasformò il suo tentato suicido in una rapina a mano armata e costrinse la polizia a farsi mandare un elicottero con la minaccia di far esplodere una bomba. L'idea era quella di vendicarsi della banca e riparare all'ingiustizia subita gettando sulla città i soldi rubati. Ma fu fermato dagli agenti e condannato agli arresti domiciliari nell'abitazione della sua fidanzata. Nella finzione alla rapina si intreccia la storia dell'amore di Mimì (questo il nome del personaggio interpretato da Bizzarri) per Caterina (Impacciatore) e della sua amicizia con Matteo (Kessisoglu), l'avvocato che lo difenderà in tribunale. "E' un film sull'immaginazione" spiega il neoregista, arrivato al progetto dopo essersi fatto notare con il cortometraggio Il pugile, realizzato con il contributo dell'Istituto Luce. "C'è un filo conduttore tra questi miei due lavori: in entrambi i casi il protagonista è un sognatore. Allora era una boxeur che immaginava di diventare un grande campione, oggi è un superdotato d'amore la cui maggiore ambizione è quella di essere un buon padre e un onesto lavoratore e che si serve di questo suo sogno di vita perfetta come di una droga per vincere il cinismo della vita quotidiana". E se domani... si apre come fosse un thriller, ma prosegue come una commedia: "L'intento - spiega La Pàrola - era quello di mescolare i generi e di partire dalla dimensione drammatica della vicenda per arrivare alle atmosfere tipiche dei film degli anni '60, con qualche inserto grottesco e surreale. Per far questo - continua - mi sono affidato molto alla comicità rodata di Luca, Paolo e Sabrina". Il rischio "era quello di trasformare i nostri personaggi in macchiette e renderli poco credibili" spiega Kessisoglu. Una paura condivisa da Bizzarri: "Temevamo di far perdere intensità ai personaggi nel momento in cui i sentimenti dovevano invece avere una grande forza. Ma non è successo". Il progetto ha avuto una lunga gestazione, "non è stato facile realizzarlo" racconta Caschetto, che dopo aver ottenuto il rifiuto delle major italiane, ha finanziato personalmente il film con la sua I.T.C. Movie. "Purtroppo c'è ancora un forte pregiudizio verso gli attori che arrivano dalla televisione" spiega il produttore. "Io sono stata costretta a rinunciare al mio lavoro in tv, nonostante avessi ricevuto numerose e importanti offerte, pur di realizzare il mio sogno di lavorare nel cinema" racconta Sabrina Impacciatore, che nel film recita con un impeccabile accento siciliano, acquisito grazie all'aiuto di tre "personal trainer" che l'hanno seguita sul set per tutta la durata delle riprese. "Io non ne farei una questione di snobbismo" dice Kessisoglu, alla base, gli fa eco Bizzarri, "c'è l'imbarbarimento della comicità e l'impoverimento della recitazione televisiva". "Questa perdita di qualità - conclude Kessisoglu - scoraggia i produttori dal cercare i propri attori sul piccolo schermo".