4:44 Last Day On Earth

3/5
Abel Ferrara innesca l'ordigno fine di mondo: in Concorso, Dafoe, la Leigh e la banalità del (ultimo) quotidiano

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USA 2011
Una coppia - lei pittrice, lui attore di successo - sta passando nel suo appartamento quello che è stato annunciato come l'ultimo giorno sulla Terra. Il giorno successivo, infatti, alle 4:44 del mattino, minuto più minuto meno, il mondo finirà con una catastrofe in cui nessuno potrà trovare una via di salvezza...
SCHEDA FILM

Regia: Abel Ferrara

Attori: Willem Dafoe - Cisco, Shanyn Leigh - Skye, Natasha Lyonne - Tina, Paul Hipp - Noah, Dierdra McDowell - Ex di Cisco, Triana Jackson - JJ, Trung Nguyen - Li, Anita Pallenberg - Diana, José Solano - Javi, Judith Salazar - Carmen, Jimmy Valentino - Cantate di Karaoke, Paz de la Huerta - Ragazza in strada, Pat Kiernan - Giornalista TV

Sceneggiatura: Abel Ferrara

Fotografia: Ken Kelsch

Musiche: Francis Kuipers

Montaggio: Anthony Redman

Scenografia: Frank DeCurtis

Costumi: Moira Shaughnessy

Durata: 85

Colore: C

Genere: DRAMMATICO FANTASCIENZA

Specifiche tecniche: 35 MM (1:1.85), DCP

Produzione: FABULA, FUNNY BALLOONS, WILD BUNCH, BULLET PICTURES

NOTE
- IN CONCORSO ALLA 68. MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2011).
CRITICA
"'4:44 Last Day on Earth' racconta la sostanziale rassegnazione con cui l'umanità si avvicina all'ora in cui finirà il mondo (pare per scompensi ecologici). Qualcuno accelera la sua fine ma i due protagonisti, Willem Dafoe e Shanyn Leigh, cercano di vivere come al solito, persino svelando gelosie che di lì a poche ore non avranno più nessun senso. Ma se tutto è più o meno come prima, perché scegliere di raccontarlo in un film?" (Paolo Mereghetti, 'Il Corriere della Sera', 8 settembre 2011)

"Che cosa accade l'ultimo giorno sulla Terra quando tutti sanno che moriranno alle 4:44, ora scelta per il titolo del nuovo film di Abel Ferrara presentato ieri in concorso? Per rispondere il regista maudit di New York sceglie un'interessante e, a tratti, riuscita chiave intimistica agli antipodi del solito catastrofismo che un'idea del genere avrebbe potuto scatenare al cinema. Ferrara, a cui l'idea del film è venuta due anni fa quando in aereo stava venendo proprio al festival e in cabina sono spuntate le mascherine d'ossigeno (...), si concentra sulle ultime ore della coppia di amanti formata da Cisco (Willem Dafoe, l'attuale attore feticcio del regista) e Skye (Shanyn Leigh, la sua compagna). (...) La tecnologia e il suo utilizzo, solo apparentemente così estraniante, è uno dei temi fondamentali del film (...) ambientato quasi completamente all'interno del loft, tranne una scena in cui il protagonista va a trovare degli amici che aspettano la fine, chi fumando e chi bevendo, anche se da tempo avevano abbandonato questi vizi. Così anche nel protagonista riemerge il ricordo della droga con cui pensa di salutare la vita." (Pedro Armocida, 'Il Giornale', 16 settembre 2011)

"Che stia per arrivare ormai lo sanno tutti. Colpa della maledizione dei Maya, di una natura che non ne può più di noi, di pianeti in rotta di collisione, della crisi finanziaria... Di certo la fine del mondo ci sarà. (...) Non solo anno mese giorno, ma persino l'ora in cui la peggiore tra le perturbazioni cosmiche si abbatterà su di noi. (...) Quello che accade fuori non interessa a Ferrara. La tv rimanda immagini di follia collettiva, si sentono botti terribili, così potenti da mandare i vetri in frantumi. Effetti speciali di poco conto. Lo sguardo si concentra sull'intimità dei due amanti. L'apologo ecologista si fa metafora di una fine ineluttabile per tutti." (Giuseppina Manin, 'Il Corriere della Sera', 16 settembre 2011)