Continua lo sciopero degli attori e delle attrici, iniziato il 14 luglio e giunto ormai al giorno numero 116. L’atteso incontro tra studios e interpreti, annunciato come risolutivo (anche per l’insofferenza di registi come Shawn Levy, impaziente di tornare sul set dell’ultima stagione di Stranger Things) si è concluso con una fumata nera: il sindacato SAG-AFTRA ha rifiutato quella che i produttori hanno definito “l’ultima e definitiva offerta” per il nuovo contratto. La trattativa si è arenata su questioni legate soprattutto all’intelligenza artificiale.

L’offerta prevedeva un bonus i risultati degli spettacoli in streaming, aumenti delle tariffe minime e tutele contro lo sfruttamento dell’intelligenza artificiale. Per il sindacato è fondamentale imporre il veto per evitare “doppi digitali” e stipulare accordi che abbiano requisiti di consenso ferrei.

Un netto rifiuto che non stempera – almeno apparentemente – l’ottimismo delle part in causa: Ted Sarandos, amministratore delegato di Netflix, è convinto che si tornerà presto al tavolo, ma non si sa bene quando riprenderà il negoziato. Con i set chiusi, sono bloccate le riprese di serie molto popolari la seconda stagione di The Last of Us, la sesta di Yellowstone e la terza di The White Lotus, e inoltre i produttori hanno dichiarato che sono a rischio gli accordi per i film della stagione estiva, periodo di punta per il cinema statunitense. E continuano i picchetti quotidiani del SAG-AFTRA.