Il cinema bambino già andava sulla Luna. Ce l'ha portato, nel 1902, un maestro di truccherie che si chiama Georges Méliès. Viaggio nella luna è stato risuscitato pochi anni fa con tutti i suoi colori. Il razzo è un proiettile, le ragazze pienotte in hot pants lo spingono nel cannone e l'allunaggio colpisce l'occhio di una luna antropomorfa. Gli astronauti indossano vestiti da passeggio, i lunatici scoppiano in una bolla di fumo se vengono colpiti da un'ombrellata e, mossa geniale, per tornare sulla Terra, basta mettere l'astronave-proiettile in bilico sulla punta della falce della Luna e farla cadere giù.

La fantascienza – lo dice il nome – mescola il meraviglioso e il futuribile, l'inquietante e il tecnologico. Pensa a conquiste e a sconfitte là fuori, negli innumerevoli universi. Di posto ce n'è quanto si vuole. Può anche pensare al nostro futuro qui da noi in proclami catastrofici come Metropolis di Fritz Lang (1927) o Things to Come (La vita futura, 1936) di William Cameron Menzies che profetizza Londra sotto i bombardamenti.

Metropolis
Metropolis

Metropolis

È negli anni cinquanta che la fantascienza diventa il genere che conosciamo. Lo diventa negli Usa, dentro la guerra fredda, con la paura della bomba atomica e dell'aggressione comunista: Reds under the beds!. E con l'angoscia che dal cielo giungano creature orribili: Keep watching the skies!

Nell'originale di L'invasione degli ultracorpi di Don Siegel (1956), gli ultracorpi sono body snatchers, ladri di corpi, ti rubano, ti chiudono in un baccellone, risucchiano quello che sei, esci dal bozzolo e sei tu senza più te stesso. Paure maccartiste. Ma la fantascienza è soprattutto avventura nello spazio intergalattico in cerca di civiltà, meglio se aliene. Di extraterrestri ce n'è d'ogni qualità. Buoni e socievoli, cattivissimi e mostruosi. Di carne o di metallo. Il pianeta proibito di Fred McLeod Wilcox (1956) è un film MGM di alto costo che crea un universo ipertecnologico dove si viaggia a velocità ben superiori a quella della luce (Einstein inorridisce) e ci si porta dietro echi di Shakespeare e infiltrazioni freudiane. Nei viaggi spaziali uomini e donne vanno in cerca di se stessi e di qualcos'altro, accompagnati da aiutanti meccanici, un tempo robot, oggi androidi.

Il pianeta proibito
Il pianeta proibito

Il pianeta proibito

Ci sono eccezioni: si può restare quaggiù e, assoluto protagonista, in casa propria, nella propria cantina, può essere un uomo comune che rimpicciolisce sempre di più fino a diventare una creatura minima dentro un universo incantato e leopardiano. Il film, capolavoro!, meraviglioso esempio di fantascienza miniaturizzata, casalinga e infinita, è The Incredible Shrinking Man di Jack Arnold (1957), titolo tradotto barbaramente in Radiazioni BX, distruzione uomo, titolo bugiardo che ignora l'originale visto che Scott rimpicciolisce ma non viene per niente distrutto, anzi rinasce, lui minimo, in modo gigantesco e meraviglioso.