Polemica sui David, gli Oscar del cinema italiano. A scatenarla è il compositore Franco Piersanti. «Ho deciso di rinunciare alla mia candidatura fra i compositori in gara per i David di Donatello» ha scritto in una lettera inviata alla presidentessa Piera Detassis il 74enne compositore romano, tornato con le musiche de Il Sol dell'Avvenire di Nanni Moretti in corsa per la dodicesima volta (tre le vittorie, con Il ladro di bambini nel 1992, Lamerica nel 1995 e Il caimano nel 2006) al premio assegnato dall'Accademia del Cinema Italiano, la cui cerimonia è in programma il 3 maggio a Cinecittà.

«Avrei dovuto rinunciare subito alla designazione, prima dei voti, lo faccio ora - aggiunge -. È anche un gesto polemico. Perché, se hanno designato la categoria per il "miglior compositore", non si possono mettere a concorrere per lo stesso premio film imbottiti di canzoni dove non si riesce più a distinguere le cose e si crea un equivoco». Piersanti ha così scritto una lettera all'Ente David «per comunicare la rinuncia»: il suo obiettivo è «sollevare il problema». Compositore «è l'autore di musiche originali - chiarisce nella lettera - la presenza delle quali dovrebbe essere in una percentuale importante e superiore rispetto alle musiche di repertorio (canzoni o musiche strumentali)».

La denuncia di Piersanti porta alla memoria il caso dell'Oscar scippato nel 1987 a Ennio Morricone con tanto di contestazione di parte del pubblico. La colonna sonora di Mission sembrava avere messo d'accordo tutti, ma alla fine la statuetta andò a Herbie Hancock per Round Midnight. A non andar giù a Morricone fu il fatto che il film era costellato di musiche non originali. Senonché la regola degli Academy Awards prevede che una colonna sonora sia composta almeno per il sessanta per cento da pezzi originali e quella di Hancock lo era. È il senso stesso del caso sollevato ora da Piersanti, che spiega: se il premio «va a chi scrive musica originale, non può essere equiparato a chi deve fare delle cose completamente diverse rispetto alla concezione che contraddistingue il compositore da altro».

Secondo Piersanti, «così come c'è il premio per la sceneggiatura originale e quello per la sceneggiatura non originale», anche per le musiche «andrebbero tenute distinte le categorie», magari «creando un altro riconoscimento». Anche perché oggi nel voto delle candidature «si va un po' a traino del successo del film con il pubblico». Il fatto è anche che, aggiunge il compositore, «hanno cambiato il modo di procedere nelle seconde votazioni. Se prima c'erano degli specialisti per le varie categorie, ora il voto è diventato generale. Io stesso ricevo indicazioni per votare la musica, ignorando che sono fra i candidati». Visto «che quello di cui parlo è un aspetto del premio, secondo me negativo e di superficialità - sottolinea - non voglio lasciarlo passare. Preferisco defilarmi».