1996. Affamate, sporche e quasi prive di speranze di salvezza. È così che ritroviamo le calciatrici adolescenti sopravvissute al terribile incidente aereo avvenuto parecchi mesi prima e che le vede tuttora relegate tra gli immensi e nevosi monti dell'Ontario. Nel tempo presente, venticinque anni dopo, le poche che ce l'hanno fatta sono donne con traumi mai superati, a tratti disperate, ma non dome.

A distanza di poco più di un anno dall'uscita della prima, sorprendente stagione, le ragazze sono tornate, e portano con loro parecchie novità. Intanto, un punto fermo: anche in Yellowjackets 2 le vicende seguono un doppio piano temporale e sono narrate linearmente, ognuna nel proprio binario. Nel passato siamo ancora nel freddo inverno canadese che, come abbiamo visto in precedenza, può uccidere con rapidità; il cibo scarseggia; la convivenza nella baita è sempre più difficile e ogni espediente per migliorarla è messo in pratica, anche quando il massimo che si può fare è scegliere il male minore. E mentre il pancione di Shauna (Sophie Nélisse) cresce, tutte e tutti devono fare i conti anche col disagio psichico ed emozionale. C'è chi parla col cadavere della cara amica morta, chi ha allucinazioni, chi ricordi falsati. E molto altro.

Melanie Lynskey in Yellowjackets. Photo Credit: Colin Bentley/SHOWTIME.
Melanie Lynskey in Yellowjackets. Photo Credit: Colin Bentley/SHOWTIME.

Melanie Lynskey in Yellowjackets. Photo Credit: Colin Bentley/SHOWTIME.

Le vicende del passato sono, più che mai in questo secondo capitolo, l'anima granitica della serie, in cui nasce e viene celebrato l'empowerment femminile e quella sorellanza complessa e fortissima che legherà per molto tempo (per sempre?) le protagoniste, nel bene e nel male. La linea temporale del passato è qui quasi l'unica occasione in cui possiamo vedere insieme Shauna (Melanie Lynskey/Sophie Nélisse), Natalie (Juliette Lewis/Sophie Thatcher), Misty (Christina Ricci/Sammi Hanratty) e Taissa (Tawny Cypress/Jasmin Savoy Brown). Per parecchi episodi, infatti, nella linea del presente ognuna di loro persegue un obiettivo personale che la tiene momentaneamente lontana dalle altre.

Una scelta azzardata, quella di separare il gruppo adulto per più di metà della stagione, ma molto saggia e portata avanti con sicurezza dagli autori (Ashley Lyle e Bart Nickerson). Non soltanto le singole protagoniste, indipendenti, possono spaziare molto di più e rapportarsi con più situazioni, ma vale anche come test direttamente sul campo per eventuali spin-off di cui si rumoreggia da tempo. D'altronde, il mistero che le aveva riavvicinate nella prima stagione dopo ben 25 anni è stato ampiamente risolto. Questo toglie un po' di brio alla serie: le scintille che esplodono quando Melanie Lynskey, Christina Ricci e Juliette Lewis sono insieme ci mancano terribilmente, è vero.

Ma il nuovo approccio ci porta nel più remoto e affascinante rifugio delle protagoniste, ovvero la mente e i suoi oscuri labirinti. Ciò che non scompare è invece l'atmosfera dai toni mystery drama declinata al femminile, un insieme di emancipazione e sarcasmo che stiamo vedendo sempre più spesso nella serialità internazionale, dal più recente Bad Sisters (Apple TV+, 2022) a Little Fires Everywhere (Prime Video, 2020), Sharp Objects (Sky Atlantic, 2018) e Big Little Lies (Sky Atlantic, 2017-19).

Il genere survival, relativamente ancora poco esplorato dal piccolo schermo, per lo meno nella variante teen (peccato), richiama immediatamente Lost, del quale Yellowjackets è considerato l'erede naturale. Anche l'ampiezza dell'arco narrativo lo suggerisce: se per Lost ci sono state sei stagioni, Yellowjackets è stata ideata per essere spalmata su cinque. Un progetto ambizioso fin dalle origini, dunque, la cui realizzazione tiene il passo con le intenzioni.

La seconda stagione è stata annunciata mentre la prima non era ancora stata interamente pubblicata, e la terza ha ottenuto la luce verde già verso la fine dello scorso anno, addirittura parecchi mesi prima che gli episodi della seconda fossero disponibili (al momento della stesura di questo articolo il progetto è fermo, insieme a molti altri, per lo sciopero degli sceneggiatori statunitensi). Rispetto a Lost l'impressione è che la direzione scelta dagli autori sull'evoluzione e risoluzione della trama sia più netta. Messo da parte il necessario stile criptico degli inizi, finalmente nella serie fluisce apertamente quanto finora era sussurrato ed evocato. Quindi sì, il cannibalismo c'è, e viene narrato con crudeltà e poesia. Sì, il misticismo silvano e una misteriosa ritualità prendono piede. C'è una capa spirituale e delle adepte, e c'è chi si oppone. Ci sono scontri, e sfide.

Nia Sondaya, Steven Krueger, Samantha Hanratty e Alexa Barajas as Teen Mari in Yellowjackets. Photo Credit: Kailey Schwerman/SHOWTIME.
Nia Sondaya, Steven Krueger, Samantha Hanratty e Alexa Barajas as Teen Mari in Yellowjackets. Photo Credit: Kailey Schwerman/SHOWTIME.

Nia Sondaya, Steven Krueger, Samantha Hanratty e Alexa Barajas as Teen Mari in Yellowjackets. Photo Credit: Kailey Schwerman/SHOWTIME.

Nel presente questo si traduce in personaggi tuttora alla ricerca della maniera di sopravvivere, donne adulte che si mimetizzano in ruoli ordinari (la casalinga, l'infermiera, la politicante) o comunque accettati dalla società, mentre hanno ancora dentro di loro i mostri con cui convivono dall'adolescenza. Ed è proprio questa resilienza in parte inaspettata e in parte naturale conseguenza di essere sopravvissute a una prova così terribile che avvicina maggiormente lo spettatore ai personaggi, permettendo un'empatia che rimpiazza efficacemente la mancanza di sorprese, sorprese che, invece, caratterizzavano fortemente la precedente stagione.

Non che manchino momenti spettacolari, sopra le righe o spiazzanti: ma non siamo certo più stupiti dai comportamenti bizzarri delle protagoniste, anzi, ci aspettiamo di vederle compiere qualche gesto estremo e stravolgente. E per questo le amiamo. Tra le novità di questo nuovo capitolo troviamo due nuove superstiti; il ricco carnet di personaggi del tempo presente si arricchisce, aiutando a dipanare il passato.

Le new entry sono interpretate da Lauren Ambrose (una veterana della serialità, molto amata fin dai tempi di Six Feet Under) e Simone Kessell. C'è poi Elijah Wood nel ruolo di un "cittadino detective", sorta di comic relief che forma con Misty una coppia di goffi investigatori che ambirebbero a ricordare i fasti di Holmes e Watson.