Nel finale di Avengers: Infinity War, Visione, un androide che ha il potere di alterare la massa e solidità corporea e di riprodurre qualsiasi funzione organica di un essere vivente, muore perché privato da Thanos della Gemma della Mente. In Endgame, Wanda Maximoff, dotata immense capacità di alterazione della realtà, partecipava prima alla battaglia finale contro Thanos e al funerale di Iron Man.

Innamorati, i due (Elizabeth Olsen e Paul Bettany, perfetti) riappaiono ora in WandaVision, la nuova serie che apre la cosiddetta Fase 4 del Marvel Cinematic Universe in onda su Disney+ da venerdì 15 gennaio (subito due episodi, poi uno a settimana dal 22).

Con una narrazione che si svolge dopo gli eventi di Endgame, WandaVision “riporta in vita” Visione, che può ricongiungersi con Wanda in una nuova vita di coppia newyorkese. A loro modo sorprendenti, i primi tre episodi confermano la capacità del franchise di coniugare epica e ironia in una dimensione sci-fi che trascende il tempo senza ignorarlo. E sembrano offrire soprattutto la promessa di una serie che si pone un duplice obiettivo: dialogare con gli affezionati e stupire i neofiti.

Elizabeth Olsen as Wanda Maximoff and Paul Bettany as Vision in Marvel Studios' WANDAVISION. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.
Elizabeth Olsen as Wanda Maximoff and Paul Bettany as Vision in Marvel Studios' WANDAVISION. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.
Elizabeth Olsen as Wanda Maximoff and Paul Bettany as Vision in Marvel Studios' WANDAVISION. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.
Elizabeth Olsen as Wanda Maximoff and Paul Bettany as Vision in Marvel Studios' WANDAVISION. Photo courtesy of Marvel Studios. ©Marvel Studios 2020. All Rights Reserved.

Diretti da Matt Shakman (già alla regia di alcune puntate de Il trono di spade), i primi tre episodi attraversano e scandagliano l’universo culturale della televisione americana di tre decenni, riproponendolo in una versione sicuramente molto ammiccante ma efficace nel trasmettere una dimensione allegramente nostalgica.

Il ricalco è devoto, rafforzato da una cura maniacale esaltata da una totale padronanza delle gioie tecnologiche, con un’apertura che dichiara subito la conoscenza e il ripensamento delle marche tipiche della tv statunitense, compresa la fedele replica degli spot pubblicitari. Il falso è d’autore, con la regia che imita antiche sit com come I Love Lucy, suggerendo indirettamente anche un discorso sulla capacità di quei prodotti di promuovere scelte innovative (l’introduzione della ripresa dal vivo con tre telecamere, di cui qui si tiene conto).

È interessante vedere questi “falsi storici” abitati da personaggi dotati di superpoteri: ne viene fuori una visione più simpatica e bizzarra che spiazzante e dissonante, con Vision che sì ottimizza i tempi del suo lavoro impiegatizio ma è al contempo al centro di piccoli pasticci dovuti proprio alla difficile gestione dei poteri nella vita quotidiana.

Tra una risata finta e un fondale dipinto (ma lo sappiamo che è un blue screen), nella sigla animata del secondo episodio Wanda e Vision si trasformano in omologhi dei protagonisti di Vita da strega, fino al terzo appuntamento in cui entrano in gioco le conseguenze modaiole della controcultura.

Paul Bettany is Vision and Elizabeth Olsen is Wanda Maximoff in Marvel Studios' WANDAVISION, exclusively on Disney+.
Paul Bettany is Vision and Elizabeth Olsen is Wanda Maximoff in Marvel Studios' WANDAVISION, exclusively on Disney+.
Paul Bettany is Vision and Elizabeth Olsen is Wanda Maximoff in Marvel Studios' WANDAVISION, exclusively on Disney+.
Paul Bettany is Vision and Elizabeth Olsen is Wanda Maximoff in Marvel Studios' WANDAVISION, exclusively on Disney+.

L’allegoria della diversità all’interno della suburbia perbenista depotenzia il perturbante in favore di un’atmosfera affettuosa (a un certo punto si pensa al mai dimenticato Pleasantville, ma con meno profondità), intrecciandosi però con il sospetto della coppia che nulla sia come sembra. E ogni finale semina il dubbio di una realtà alternativa e fallace, mettendo in campo le minacce legate al sentimento paranoico che tocca la società americana nei decenni affrontati dalla serie. Si entra subito dentro, sì, con il ritmo brillante delle migliori sit com, ma c’è anche un certo disorientamento, dovuto proprio al fatto che i tre episodi fungono da aperitivo: dove andrà a parare?