Declinazione, e coniugazione, della coppia oggi, sotto la lente d’ingrandimento – e deformazione professionale - del cinema. Succede in Una película sobre parejas di Natalia Cabral e Oriol Estrada, che mettono in scena la propria arte-vita in un gioco di specchi metacinematografico, esistenziale, relazionale e, sì, godibile.

Nella Selezione Ufficiale della XVI Festa del Cinema di Roma, prova che il cinema esiste anche nella Repubblica Dominicana, e che si possa scrivere, dirigere e interpretare “sé stessi” con agio, e non solo proprio.

Il film si apre sulla fine di un altro, El Sitio de los Sitio (transitato per IDFA e Biarritz), che è davvero nel carnet della coppia: è forse docufiction quello a cui stiamo per assistere?

Natalia e Oriol sono una coppia di registi trentenni con una figlia piccola di nome Lia. Un giorno ricevono un’offerta per dirigere un documentario, che non possono rifiutare sebbene le idee al riguardo latitino: decidono di fare un film sull’amore di coppia, e ad hoc ne intervistano diverse, indagando affinità e problemi. Il percorso non è terapeutico: al procedere delle riprese, discussioni e dubbi riaprono ferite passate e prossime. Saprà Una película sobre parejas, ovvero “Un film sulle coppie”, riformare l’amore di Natalia e Oriol, se preferite, Oriol e Natalia, saprà ribadire il loro amore per il cinema?

Il processo creativo, lo sappiamo, può essere disintegrativo, ma l’affondo dei due cineasti è sempre trattenuto, lucido e riflessivo, ironico e insieme tenero: più che le magagne di coppia l’oggetto critico è il cinema d’autore, che viene puntualmente, implacabilmente e spassosamente esposto a pubblico ludibrio.

Preso tra vita privata e professionale, ovvero per lo più congruente, questo dramma da camera (la macchina da presa, a letto si dorme, nel migliore dei casi, e basta) è piccolo ma sagace, laterale ma determinato: scene da un matrimonio, anche queste.

Fandango lo vende internazionalmente, ritrovarlo in sala in Italia non sarebbe un peccato.