Dal progetto, “Pianta un albero: è un gesto d’amore” del Centro servizi per il volontariato Sardegna Solidale, al corto: Una nuova voce diretto da Peter Marcias, Evento Speciale ad Alice nella città, sezione autonoma e parallela della XVI Festa del Cinema di Roma.

“Con la nostra piccola troupe abbiamo filmato decine di gesti d’amore, in posti incantevoli, giardini, piazze e comunità. Abbiamo raccolto le suggestioni dei bambini che mettono le mani nella terra, e quelle mani se le sono sporcate. Abbiamo creato e montato storie”, osserva il regista.

Obiettivo tanto dell’iniziativa che del film “salvaguardare la natura, l’ambiente, il paesaggio e di riflesso l’intero pianeta”, Una nuova voce si fa sinfonia per immagini e suoni di un inedito e antichissimo stare al mondo: alberi, boschi, campi e animali, vanghe e picconi che dissodano la terra, tutto concorre alla sostenibilità, che Marcias sa elevare a precipitato poetico.

Letteralmente, giacché a riecheggiare sono i verso di Grazia Deledda: “ (…) Siamo la solitudine selvaggia, il silenzio immenso e profondo, lo splendore del cielo, il bianco fiore del cisto. Siamo il regno ininterrotto del lentisco, delle onde che ruscellano i graniti antichi, della rosa canina, del vento, dell’immensità del mare. Siamo una terra antica di lunghi silenzi, di orizzonti ampi e puri, di piante fosche, di montagne bruciate dal sole e dalla vendetta. Noi siamo sardi”.

L’indicazione geografica orgogliosamente tipica – location a Bitti, Tergu, Perfugas, Tempio Pausania, Oristano, Laerru, Nulvi, Tortolì, Guspini, Villacidro, Orosei, Cagliari, Iglesias, Gergei, Villaspeciosa, Fluminimaggiore e Orgosolo – si accompagna a una temporalità non anonima, non innocua: le riprese sono state effettuate prima e durante i terribili incendi che l’estate scorsa hanno devastato l’isola. “Il mio piccolo film – dice Marcias - è anche una risposta alla furia del fuoco. È stato il modo per essere a fianco del CSV Sardegna Solidale durante la campagna di sensibilizzazione e responsabilizzazione dei cittadini per un uso sostenibile dell’ecosistema”.

C’è grazia, cura e accudimento in questa nuova voce che trasforma la polifonia di fauna, flora e umanità in canto libero, contrappunto per immagine, elegia per destino.