Fin dagli anni della scuola materna, Giulio vuole essere chiamato Giulia.  Avverte di trovarsi in un corpo sbagliato con la necessità sempre più pressante di diventare donna. A 27 anni Giulio decide finalmente di operarsi in una clinica di Bangkok in Thailandia. Cambia sesso, diventa una donna a tutti gli effetti e comincia una nuova vita…

Stefano Calvagna è regista imprevedibile. Dal 2000 ha diretto una dozzina di film che hanno svariato dal pulp al gangster movie al film d’azione con non nascoste ambizioni sull’attualità sociale e la cronaca.

Come in questo caso, dove gli evidenti limiti del low budget lo inducono a raccontare una storia dal respiro secco e ordinato eppure sempre alla ricerca del giusto baricentro narrativo. Calvagna infatti sa come proporre gli argomenti, come guardare con occhio critico al tema delicato della crisi di identità, ai risvolti che azioni di questo tipo lasciano nella mente e nel cuore dei protagonisti.

Il suo approccio aperto, aggressivo sa tramutarsi in pagine di accorata difficoltà e di richiesta di sostegno. Luca Filippi, il Giulio che diventa Giulia, è bravo a essere attento, quasi nascosto, timido e vulnerabile. E’ il prototipo di un cast misto, imprevedibile e inafferrabile (Franco Oppini, Sveva Cardinale, Paola Lavini…) oltre all’immancabile Niccolò/figlio di Stefano, che subisce con bravura gli strali dell’avversa fortuna.