Risate, violenza splatter, buoni sentimenti e malignità, sono tutti sapientemente dosati dalla mano esperta di James Gunn (Guardiani della Galassia vol. I e II), sceneggiatore e regista di questo nuovo film della DC Extended Universe, che poco ha a che fare con il suo omonimo del 2016.

Prendere un soggetto come quello di Suicide Squad e trasformarlo in un qualcosa dall’esito non scontato non dev’essere stato facile per Gunn, che tuttavia è stato più che all’altezza del compito, dando nuova linfa al genere del cinecomic.

La trama è ovviamente incentrata su una missione suicida che dev’essere portata a termine dalla squadra di Amanda Waller (Viola Davis) che, in questo caso, comprende: il cinico mercenario Bloodsport (Idris Elba), Peacemaker (John Cena), una giovane ammaestratrice di topi portoghese, Cleo Cazo/Ratcatcher II, Polka Dot Man (David Dastmalchian), ossessionato dalla figura della madre che voleva trasformarlo in un supereroe a tutti i costi, l’ibrido uomo-squalo Nanaue, interpretato da niente meno che Sylvester Stallone e, ovviamente, Margot Robbie nei panni dell’eccentrica Harley Quinn. L’improbabile squadra viene mandata sull’isola di Corto Maltese – dove i militari hanno appena fatto un colpo di stato contro il governo da anni alleato degli Stati Uniti – per distruggere il progetto Starfish, incentrato sua gigantesca stella marina ciclope chiamata Starro.

Dei molti elementi che contribuiscono alla riuscita del film, il primo a colpire lo spettatore è sicuramente l’ironia. Dalla scelta del mostro da sconfiggere –una gigantesca stella marina ciclopica – ai problemi irrisolti con la madre di uno sgangherato eroe che come superpotere lancia pois esplosivi, fino all’antagonismo goliardico tra Peacemaker e Bloodsport sulla propria rispettiva letalità.

Pervasiva in tutto il film è anche la critica nei confronti della superpotenza americana, rappresentata come un governo che destabilizza i Paesi vicini (Corto Maltese ricorda molto Cuba, ndr) a proprio vantaggio, servendosi di armi-umane zelanti - come appunto Peacemaker - disposte a pagare qualsiasi prezzo per raggiungere la pace e, soprattutto, i propri interessi.

Verso la fine del film prendono poi il sopravvento i buoni sentimenti, amicizia in primis, a dimostrazione che una squadra imbattibile è basata sui legami umani, prima che sui superpoteri, anche quando i suoi componenti hanno poco o nulla di umano (come nel caso dell’uomo-squalo Nanaue).