Rapinatore e gentiluomo. Il cappello da cowboy in testa, l’espressione scanzonata di Sundance Kid: Robert Redford nello spirito non è mai cambiato. A ottantadue anni mantiene il fascino del bravo ragazzo, anche quando svaligia una banca. In fondo è sempre l’agente segreto che cerca di salvare la pelle ne I tre giorni del Condor, l’ex campione di rodeo che scappa su un cavallo da un milione di dollari verso le montagne (Il cavaliere elettrico). Quelle stesse alture a cui ci aveva abituato in Corvo rosso non avrai il mio scalpo, dove da solo, nella neve, sfidava il mondo intero.

Lui, che sul grande schermo è stato un campione anche nello sport (Il migliore). Non ha mai abbassato la testa davanti alle ingiustizie (Brubaker), ha vissuto l’America degli anni Trenta (Come eravamo), ha raccontato la gente comune anche dietro la macchina da presa. Ha attaccato frontalmente la Casa Bianca (Tutti gli uomini del presidente)... Mentre nel tempo libero faceva perdere la testa a Jane Fonda (A piedi nudi nel parco), duettava con Paul Newman (La stangata), e naturalmente sussurrava ai cavalli.

“Non mi basta guadagnarmi da vivere, io voglio vivere”, dice convinto nei panni di Forrest Tucker in The Old Man & The Gun. Qui presta il volto a un criminale che, anche di là con gli anni, continua a farsi un baffo della legge. L’adrenalina di ogni colpo gli fa dimenticare gli acciacchi, lo rende giovane. E insegue la felicità, come un eterno sognatore. Il carcere non lo ferma: è già evaso sedici volte. Ma anche quando minaccia le sue vittime, lo fa con il sorriso sulle labbro, cerca di rassicurare, non di incutere paura.

Come spiegava Cechov: “Se in palcoscenico compare una pistola, prima o poi bisogna che spari”. Quella di Redford invece non spara mai. Perché il suo Tucker rifiuta la violenza, e sembra un antieroe dal cuore buono. Impossibile non essere dalla sua parte. È il simbolo di un cinema nostalgico, che riporta lo spettatore al gusto delle scorribande in stile Bonnie & Clyde, agli amori senili de I ponti di Madison County.

Sissy Spacek (la diva di Altman, De Palma, Stone e tanti altri) si specchia nello sguardo di Redford. I due scoprono un rapporto tenero, equilibrato, che li potrebbe accompagnare per sempre. Li legano tante piccole bugie, conoscono i segreti l’uno dell’altro. Si capiscono in silenzio. La macchina da presa li accarezza, il regista David Lowery li tiene d'occhio con affetto mentre affrontano ogni difficoltà.

Commedia romantica, noir, titolo preso in prestito da Hemingway: The Old Man & The Gun è una storia crepuscolare, il monumento a un attore che ha creato un immaginario, il manifesto che ogni fan vorrebbe scrivere per celebrare il suo beniamino. Redford ha dichiarato che qui si chiude la sua carriera. Ma noi continueremo a ricordarlo con la sua aria spavalda, mentre la polizia sta per acciuffarlo. Vincitore anche nella “sconfitta”. Non un epilogo, ma un nuovo inizio.