Un ascensore si ferma al decimo piano di un grattacielo di New York. Dentro ci sono un uomo e una donna. Lui (James Parks) si chiama Jack Tramell ed è il famoso presentatore televisivo di un quiz alla Chi vuol essere milionario che fa impazzire gli americani. Insomma, una sorta di Jerry Scotti d’Oltreoceano. Lei (Caroline Goodall) si chiama Katherine ed è una donna che vuole vendicarsi per la morte di suo figlio. E’ infatti convinta che sia stato lui ad averlo ucciso.

Tra i due partirà un confronto serrato a prove di quiz, durante il quale il presentatore, se darà la risposta sbagliata, non perderà soldi, ma parti del corpo.

Nonostante sia colma di minacce sadiche e promesse di amputazioni, l'opera prima di Massimo Coglitore non è però un film splatter quanto piuttosto un thriller psicologico.

Aldilà di una storia piuttosto inverosimile con una donna che sale sul tetto dell’ascensore e riscende a suo piacimento, toglie e mette una parrucca nera, tira fuori lamette e punture di morfina e ha perfino un defibrillatore alla mano pronto a dare shock elettrici al cuore, del film si salvano ben poche cose. Tra queste, la regia di Coglitore, che riesce attraverso l’uso del dolly e dei carrelli a dare movimento a un ambiente di per sé statico e claustrofobico come quello di un ascensore, e gli interpreti. I due attori protagonisti sono infatti degni di nota: lui, James Parks, fa parte della galassia di Quentin Tarantino (Django Unchained e The Hateful Eight) , mentre lei, Caroline Goodall, è nota per la sua interpretazione nel film di Steven Spielberg Schindler’s List. C’è anche un comprimario che non passa inosservato ed è Burt Young, celebre per essere stato il cognato di Rocky Balboa per il quale fu nominato agli Oscar nel 1977, che qui interpreta un guardiano piuttosto distratto (per dirla in modo carino). Ma gli attori americani, nonché l’ambientazione a New York, non bastano a dare respiro internazionale a un film pieno di dialoghi no sense e privo di suspense con tanto di colpo di scena sul finale non riuscito e con la pretesa di ispirarsi a fatti reali (il traffico di organi in Brasile). 

Se si vuole un po' di sadismo e tensione meglio andare ne La casa di Jack (l’ultimo film di Lars Von Trier)  piuttosto che nell’ascensore con Jack, in questo caso Tramell. Tra l’altro lo stesso cognome di Sharon Stone in Basic Instinct, ambiguo anche lui, ma privo della sua seduzione.