Visto che Natale è, per tradizione (del mercato), momento dei film d’animazione, non manca all’appello 20th Century Fox, con Spie sotto copertura. Risate, azione, trucchi ipertecnologici da spionaggio all’ultimo grido e voci di prim’ordine. Un peccato, però, che quest’ultimo valore aggiunto si perda con il doppiaggio nostrano, comunque ottimo. Non possiamo sentire gli originali Tom Holland e Will Smith contribuire alla pellicola, ma cos’altro rimane sul piatto?

Un film che fa il suo dovere senza spendere troppo in grandezza dell’immagine, come fa invece Frozen II – Il Segreto di Arendelle, né in tessitura della trama, solida ma appena sufficiente a incastrare le diverse sequenze d’azione. Le risate, per fortuna, abbondano, appurato che si appartenga al target evidentemente designato da produttore e registi.

Spie sotto copertura (in originale, con la rima, Spies in disguise) è un film per giovanissimi, ciononostante non sottovaluta il suo spettatore-tipo, difetto comunissimo nel suo genere trasversale. Certo, non sono raggiunti i picchi di profondità raggiunti, lo scorso Natale, dal Premio Oscar Spiderman: Un nuovo universo, ma siamo sopra la media.

La trovata da cui si origina il tutto? Non si può dire che sappia di già visto: una spia veterana (interpretata da Will Smith) si ritrova trasformata in piccione; dovrà portare a termine la sua missione nella nuova “forma aviaria”, con un ragazzo geniale quanto inizialmente emarginato dalla società (Tom Holland) ad aiutarlo nei panni della spalla hi-tech, il Q della situazione.

Un cattivo abbastanza convincente, dallo screen time sorprendentemente striminzito, chiude il cerchio di un film non sorprendente ma solido nella struttura e con quel pizzico di coraggio in più, ma un pizzico davvero, che compensa un’altrimenti diffusa mancanza di spunti.