Presentato in anteprima mondiale al Bif&st, il Bari Internationl Film Festival, Spazio Italiano – Dalle origini al Progetto San Marco segna una nuova tappa nella filmografia documentaristica di Marco Spagnoli, giornalista e critico che da anni si dedica alla ricostruzione della nostra storia recente, non solo tra cinema e costume (Hollywood sul Tevere, Cinecittà Babilonia - Sesso, Droga e Camicie Nere, The Italian Jobs sulla Paramount in Italia, i ritratti di Giuliano Montaldo, di Enrico Lucherini e della famiglia Cecchi Gori) ma anche scavallando altrove (Il Nostro Papa su Francesco, Luna Italiana - Rocco Petrone e il viaggio dell'Apollo 11, Ibla - Le chiavi dell'anima).

Stavolta ci troviamo nel secondo filone e si parte da lontano, dalla luna decantata dall’Ariosto nell’Orlando Furioso. Escamotage, certamente, ma quel viaggio verso il mondo oltre il nostro, specchio rovesciato della realtà terrestre, configura romanticamente l’impegno degli italiani che hanno raggiunto l’ignoto spazio profondo. E che, scoprendone segreti e risorse, hanno portato la nostra società a godere di un maggiore progresso.

La cifra dell’avventura – che offre anche la lettura cinematografica del documentario – si ritrova soprattutto nel compendio di materiali di repertorio che ricostruiscono la storia dell’esplorazione dello Spazio. Emancipandola dalla narrazione dominante che esclude le esperienze estranee a quelle delle due superpotenze del Novecento, gli Stati Uniti e dell’URSS, e ridando luce a quella italiana, per certi versi davvero all’avanguardia (il nostro fu il primo paese dopo America e Russia ad aver spedito nello Spazio un satellite, il San Marco).

Spazio Italiano celebra i protagonisti dimenticati di una vera e propria epopea che parte dalla provincia (Guidonia) per lanciarsi nel cielo, supera limiti strutturali grazie alle ricerche di scienziati come Edoardo Amaldi (padre della fisica nostrana che rifiutò di andare oltreoceano per restare al servizio del Paese), Antonio Ferri (già partigiano, diede il suo contribuito al motore dell’Apollo 11), Luigi Broglio (generale dell’aviazione, tra i responsabili del progetto satellitare italiano).

Il film, scritto da Spagnoli con Francesco Rea, è necessariamente didattico (ci sono interviste a, tra gli altri, Giovanni Caprara, Bruno Tabacci, Sergio De Julio, Roberto Somma) illumina un racconto altrimenti oscuro ai più, elude i tecnicismi rendendo fruibili le spiegazioni e omaggia un’avventura scientifica con empatia e riconoscenza.