Chef talentuoso, ma finito dentro per rissa. E così l’irascibile Arturo (Vinicio Marchioni) deve scontare la pena ai servizi sociali: gli capita in sorte un centro per ragazzi autistici guidato da Anna (Valeria Solarino). Lì incontra Guido (Luigi Fedele), che ha la sindrome di Asperger e una grande passione per la cucina: l’amicizia aiuterà entrambi.

E’ Quanto basta, diretto da Francesco Falaschi, al quarto lungometraggio. Il tema della doppia rinascita non è inedito, nemmeno l’esplorazione dell’Asperger, peraltro eliminata dal manuale diagnostico (DSM-V), per tacere della corrente fortuna cinetelevisiva dei cuochi: insomma, la novità non abita qui.

Però qualcosa di buono c’è, ovvero qualche interpretazione: Marchioni è solido, Alessandro Haber, nei panni del suo maestro, una garanzia, a incantare però è Luigi Fedele, che già avevamo apprezzato in Piuma e qui si mette anima e disturbo in Guido. Negativa, viceversa, al prova della Solarino, e il filarino della sua Anna con Arturo è tanto puerile quanto emendabile.

Non resta molto altro da aggiungere, i confini sono quelli del compitino, il mood pro bono, la solidarietà diffusa, il cinema un po’ pochino. Sì, di cinema non c’è quanto basta.