Affrontare il passato per capire il presente, spingersi oltre il pensiero comune per non fermarsi davanti alle barriere, al razzismo, che continua a essere un veleno della nostra società. È questo il messaggio di Sabrina Varani nel documentario Pagine nascoste, presentato fuori concorso alla trentacinquesima edizione del Torino Film Festival. La bravissima direttrice della fotografia si mette dietro la macchina da presa per seguire la ricerca di Francesca Melandri, autrice del libro Sangue giusto. Mentre prepara il suo romanzo, la scrittrice romana scopre alcuni articoli scritti dal padre durante gli ultimi anni del Ventennio, di argomento decisamente fascista.

I contenuti fanno tremare: affermano la superiorità della razza bianca su quella nera. Francesca decide di compiere un’indagine, e va in Etiopia dove tanti giovani italiani erano partiti volontari nel 1936, sull'onda dell’eccitazione collettiva creata da Mussolini. Anche l’Italia sarebbe diventata un impero, con le sue colonie oltre il Mediterraneo. Il tragico esito di quella spedizione è ormai storia, ma forse non tutti conoscono il lato oscuro della medaglia, quello delle sevizie e dei massacri perpetrati dai nostri soldati sulla popolazione locale.

Il film riporta alla memoria l’attentato al Vicerè Rodolfo Graziani ad Addis Abeba, a cui seguirono selvaggi rastrellamenti. I morti non si contarono. Gli italiani giravano per le strade armati di manganello, pronti a uccidere e a infliggere torture. Questa è la Storia che in molti vorrebbero cancellare, ma che invece dovrebbe rimanere impressa nella mente di tutti, soprattutto in questi nostri anni di migrazioni e intolleranze. Nuove forme di fascismo stanno prendendo vita sotto mentite spoglie, e il rischio è quello di non riconoscerle prima che sia troppo tardi.

Pagine nascoste tocca le corde del cuore, con un rapporto padre – figlia ancora irrisolto dopo molti anni. Francesca Melandri parte alla ricerca di se stessa, del pensiero che ha guidato un’intera nazione. Le immagini di repertorio si amalgamano con l’invenzione narrativa e la realtà assume connotati ancora più forti. La seconda parte del film, quella ambientata ad Addis Abeba, è girata in modo vibrante, con interviste a chi in qualche modo è stato toccato da quei momenti neri.

La protagonista rimane in disparte, trasmette al pubblico il suo pensiero, ma non vuole condizionarlo o rubare la scena alla Storia. Il suo è un percorso interiore, che verrà poi riversato in Sangue giusto, dove narra di un genitore misterioso e di una figlia tormentata. L’Attilio del romanzo potrebbe essere il padre che lei insegue in Pagine nascoste o forse è solo un personaggio di fantasia, frutto dell’immaginazione, che però si specchia nella sua esperienza di donna e di attenta osservatrice dei nostri tempi.