Stefano Cipani dirige l’adattamento del libro di Giacomo Mazzariol, Mio fratello rincorre i dinosauri, evento speciale nelle Giornate degli Autori di Venezia76: una storia vera potente, umana, che prende le mosse da una colpa fondamentale, una vergogna inconfessabile, quella di un ragazzo che mente per nascondere un fratello, Gio (Lorenzo Sisto), con la sindrome di Down.

Non comprende nemmeno quanto profondamente il suo gesto cambierà la sua stessa vita, il Giacomo, anzi “Jack” (Francesco Gheghi) protagonista, che per il resto dell’avventura si barcamena tra amicizie, affetti e un’adolescenza appena cominciata e già, apparentemente, insormontabile.

La morale è che, sì, da una bugia non si torna indietro, o almeno non si torna indietro indenni, ma si può imparare molto più di qualcosa, con il coraggio necessario ad affrontarne le conseguenze. La prova attoriale è un coro tutto sommato armonico, seppure senza picchi, forte dei suoi due numi tutelari: Alessandro Gassmann e Isabella Ragonese, padrino e madrina di una famiglia cinematografica, scandiscono una vicenda delicata quanto disinvolta nel trattare con la giusta ironia temi complessi e troppo spesso travisati.

Il rapporto tra i due fratelli, peraltro non fratelli unici ma, drammaturgicamente, come se lo fossero, è lo snodo centrale del film. Ma ci sono altri petali su questo fiore, e proprio di questa varietà la regia si impreziosisce, facendone leggerezza.

Forse, la conclusione delle dis-avventure di Jack potrebbe essere più approfondita. Nei pesi e contrappesi morali fino a quel momento giostrati con precisione, il compromesso raggiunto nell’epilogo è sia anticlimatico che un poco approssimativo. Un peccato, ma non uno grave, perché il sorriso strappato rimane.