Ormai va di moda raccontare le origini dei vari personaggi. E allora perché non spiegare anche come Gru è diventato cattivissimo? È quel che fa il sequel dei Minions, anzi il prequel, ovvero il quinto film di una saga che continua ad entusiasmare. Se è un fatto che i numeri degli incassi mondiali volano e l’Illumination Entertainment e la Universal dimostrano di aver fatto la scelta giusta a puntare nuovamente sui piccoli esserini gialli (da noi dopo l'anteprima al Taormina Film Fest e tre giorni di uscita evento l'8-9-10 agosto, sarà nelle sale il 18 agosto, ma in America è uscito il primo luglio ed è già un successo), è pur vero che questa volta la sceneggiatura poco appassiona.

Poco spazio agli “scagnozzi” gialli di Gru che parlano una lingua incomprensibile (doppiati sempre da Pierre Coffin), viceversa troppo al cattivissimo dal cuore tenero, nella versione italiana doppiato da Max Giusti, senza alcun approfondimento sulla sua infanzia difficile. Il film d’animazione diretto nuovamente da Kyle Balda e codiretto da Brad Ableson (I Simpson) e Jonathan Del Val (Pets-Vita da animali) è tutto incentrato sui cattivi, ovvero la squadra dei Malefici Sei, comandata da Willy Krudo e composta dalla bella Regina, Svendicator, Mano di Ferro e la suora Monachacku, tutti alla ricerca di un potente e prezioso amuleto con i segni dell’oroscopo.

C’è un po’ di Red, il recente film della Disney, e di Kung Fu Panda della Dreamworks, ma c’è anche tanto e troppo di Troppo cattivi, l’ultimo divertimento sempre di casa Dreamworks con un gruppo di cattivi capitanati dal più accreditato dei villain delle favole: il lupo.

Sopra tutto: a parte i minions è il personaggio dell’agopunturista, la Maestra Chow, che insegna loro il kung-fu quello che rimane più impresso dentro ai nostri cuori. Spassose le citazioni di Kill Bill e delle commedie Kung Fusion di Stephen Chow e degne di nota anche le musiche che omaggiano il Disco Inferno e la colonna sonora anni settanta curata dal leggendario produttore musicale Premio Grammy Jack Antonoff. Ma a parte questo non c'è molto altro.