Miami Beach è il 58esimo film diretto da Carlo Vanzina, e scritto insieme al fratello Enrico, in 40 anni di carriera: l’esordio nel 1976 con Luna di miele in tre.

Ispirato o, meglio, aspirante alle commedie americane dei fratelli Farrelly e Ben Stiller, nonché al classico francese Mio padre, che eroe! con Gérard Depardieu, si giostra tra storie d’amore ed equivoci, portando in primo piano la comunità italiana di Miami grazie a un cast capeggiato da Paola Minaccioni e Max Tortora e composto da Ricky Memphis, Emanuele Propizio, Giampaolo Morelli e i giovani Neva Leoni, Filippo Laganà (figlio di Rodolfo), Camilla Tedeschi (figlio di Corrado) e la svedese Nina Strauss.

Complici i figli, Laganà e Tedeschi, iscritti alla Miami University, a incontrarsi/scontrarsi sono lo scarparo romano Tortora e la milanese signora snob Minaccioni: il loro intreccio, con tutti i cliché geo-sociologici del caso, è la cosa migliore del film. Seconda storia, nella città della Florida arriva anche la 17enne Leoni in fuga con le amiche: sulle sue tracce il padre Memphis e il perdigiorno Propizio, finirà tra le braccia di Morelli, immobiliarista e sciupafemmine…

I Vanzina, nel bene e nel male, li conosciamo: hanno garbo, tatto e quel che volete, girano a  memoria, ma ultimamente – a voi mettere una data d’inizio – la loro nostalgia è canaglissima, un velo di tristezza permea anche le trasferte più assolate, lo stare al passo con i tempi ha le gambe corte, il respiro pure. Vedere per credere questi “ragazzi”: la verosimiglianza fa difetto, o forse non consociamo bene i Parioli.

Coraggiosi, Carlo ed Enrico, a uscire nella demente siccità cinematografica italiana: onore al merito. Ma nulla più.