I suoi scatti continuano a fare il giro del mondo, impressi uno ad uno in quella Storia che a loro volta hanno così tragicamente raccontato e consegnato a futura memoria. Perché tutto ciò del quale sono stati testimoni oculari e prove schiaccianti non si possono e non si devono dimenticare.

Gli scatti sono quelli che portano la firma inconfondibile di Letizia Battaglia, fotografa e fotoreporter per il quotidiano L'Ora, nonché figura fondamentale nella Palermo tra gli anni Settanta e Novanta.

Ed è a lei, all’importante lavoro in prima linea sulle strade per documentare i morti di mafia, che Kim Longinotto ha dedicato un sentito e doveroso omaggio.

Shooting the Mafia parte dalle foto e dalle parole della stessa Battaglia, che racconta e si racconta senza filtri (dalla turbolenta giovinezza sino ad oggi), per dare vita a una pellicola che è al contempo una biografia che palleggia tra la sfera pubblica e quella privata, e il compendio storiografico che raccoglie gli highlights degli orrori e delle stragi perpetrate in terra sicula e non solo.

 

Le due componenti narrative viaggiano in simbiosi e si mescolano nella timeline di un film che sa andare ben oltre l’aspetto divulgativo e celebrativo. Sta nell’onestà intellettuale alla base del detto e del mostrato il punto di forza del progetto.