In Concorso a Cannes 74, Les Olympiades (Paris, 13th District) è il nuovo film di Jacques Audiard, già pluripremiato sulla Croisette: riconoscimento per la sceneggiatura di Un héros très discret (1996), Grand Prix per Il profeta (2009) e Palma d’Oro per Dheepan (2015).

Tratto dai fumetti dell’americano Adrian Tomine, sceneggiato con due altre registe, Céline Sciamma e Léa Mysius, racconta le storie di tre ragazze e un ragazzo nel tredicesimo arrondissement, popolato in grande misura da cinesi. Amori e friendzone, app di dating e futuro incerto, l’educazione sentimentale dei quattro – Makita Samba, Lucie Zhang, la più nota Noémie Merlant, Jehnny Beth – apre sullo stato dell’arte giovanile: istruzione universitaria senza sbocco, a parte call center e agenzie immobiliari, precarietà invasiva e pervasiva, nuovi problemi e vecchi battiti, e che fare?

Prossimamente nelle nostre sale con Europictures e Cine1, Audiard oppone al pessimismo della realtà l’ottimismo del sentimento, associando al bianco e nero tutti i colori della speranza e il più classico degli “I love you” ma associato a un funerale.

Niente da dire, la regia è snella, elegante, a presa rapida, il ritratto dei giovani d’oggi preciso, puntuale e puntuto, la colonna sonora di Rone contrappunto esistenziale, la sceneggiatura, malgrado qualche forzatura lesbo presumibilmente della Sciamma, accordata.

Fosse l’esordio di un coetaneo ci sarebbe da spellarsi le mani, fosse il film di un giovane cinquantenne, ancor più se italiano, da plaudire assai, viceversa, essendo l’ultima prova di un quasi settantenne con il cursus honorum di Audiard, be’, qualche dubbio lo suscita: perché questa riduzione al minimo, anzi, al minimale, al minimalista, al camera con vista in appartamento condiviso?

Non che sia male, tutt’altro, ma possiamo, e dobbiamo, aspettarci di più da Jacques.