Si può dire e raccontare tanto dall’osservazione di un unico posto è quello che ci insegna Claudia Brignone con il suo bel doc La villa. Presentato ad Alice nella città e prodotto da Videomante con Rai Cinema questo film racconta il grande parco pubblico “La Villa Comunale” che si trova nel quartiere di Scampia a Napoli. Tra alti palazzoni e distese di cemento si nasconde un’oasi naturale nella quale si incontrano diverse persone.

Tutto comincia con un incontro: quello tra una giovane commessa e un giocatore di basket che si dondolano sulle altalene per poi scambiarsi il contatto di Facebook. Dall’alba al tramonto nel parco è un continuum di momenti di vita: ragazze che ridono e si arrampicano sugli alberi, il bambino che cerca i ricci, l’ottantenne che ha sette figli e tantissimi nipoti, le feste dei ragazzini, chi gioca a calcio e chi marina la scuola, chi pianta rosmarino e salvia “anche se vanno un po’ in competizione” e chi fa e pratica lezioni di yoga.

Poi ci sono i turisti che visitano questo territorio abbandonato per vent’anni dalle istituzioni, uno dei parchi più belli della Campania con otto entrate, di cui solo una è aperta, e dove spesso è abbandonata la “munnezza”.

Dopo La malattia del desiderio, con estrema semplicità e grande realismo, l’opera seconda di questa giovane napoletana, che non a caso prima di girare questo film ha frequentato il parco per circa tre anni, riesce a descriverci dall’interno di un unico ambiente la complessità del fuori. Il fuoricampo entra per evocazione e per immaginazione. E dalla quotidianità esce fuori l’essenza di quello che ci circonda, di questo quartiere di periferia e di un microcosmo che contiene storie molto diverse tra loro. “Maschile e femminile dentro di noi c’è tutto”, dice l’insegnante di yoga alle sue allieve in cerca di equilibrio. Ecco dentro di noi c’è tutto, come anche dentro un parco e dentro questo film.