Military Wives, in selezione ufficiale alla Festa del Cinema di Roma, è il racconto delle mogli dei militari dell’esercito britannico in partenza per l’Afghanistan, delle loro attività di svago auto-gestite per non pensare alla lontananza e al pericolo che la guerra impone sulle loro famiglie. Da un’iniziale confusione nel film, specchio di una certa indecisione del film stesso, il coro diventa il mezzo attraverso il quale (tentare di) non vivere solo nell’attesa.

Ci troviamo di fronte, quindi, a un film musicale, ma non un musical. Anzi, persino per gli standard della prima categoria il regista Peter Cattaneo ci va pianissimo coi contenuti effettivamente canori. Il team di ragazze, capitanato da Sharon Horgan e Kristin Scott Thomas, sembra avere un buon potenziale attoriale senza tuttavia spingere mai troppo sull’acceleratore.

Tutto il film, in effetti, mostra un po’ di ruggine negli ingranaggi che dovrebbero muovere i tre atti attraverso gli exploit verso il finale climatico. Il risultato è che Military Wives sbaglia spesso, in misura variabile, i tempi della drammaturgia e, come per il coro che rappresenta, sbagliando i tempi l’effetto sull’audience si riduce notevolmente.

Parliamo comunque di una pellicola che si lascia guardare, ma poteva decisamente divertire di più e colpire più duro di quanto faccia. La sensazione, anche nei momenti clou, è che l’intenzione fosse di raggiungere un pathos maggiore. Un peccato, perché altrimenti le carte in regola per una commedia di successo dalle sfumature tragiche (e ispirata a una storia vera) ci sarebbero tutte.