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Le commedie sono molto difficili da realizzare, soprattutto se vogliono darsi un tono romantico e il tema è trovare l’anima gemella, in età avanzata. Fattori che aumentano rischio di cadere nel ridicolo, senza pietà. Non è questo il caso di La mia amica Eva, in sala da oggi con Teodora e reduce da grande successo in Spagna.
Durante un viaggio di lavoro a Roma, Eva (Nora Navas, molto brava), quasi cinquantenne, sposata con figli, scopre che la sua esistenza è piatta e ordinaria. L’elemento scatenante è l’incontro “maldestro” nella stanza di hotel con Alex (Rodrigo de la Serna), sceneggiatore argentino che vive tra Barcellona e Madrid.
Eva e Alex si parlano, si annusano a vicenda e si piacciono. Non accade nulla fisicamente o verbalmente ma la scintilla è scoccata, lui parte e le lascia un libro con il suo numero di telefono. Eva torna a casa e sulle prime non si accorge di nulla, poi a una cena con gli amici incomincia a esternare la necessità di uscire dalla solita routine. Di risentire il cuore che batte velocemente, vedere nuovamente il mondo a colori. Sentirsi viva, insomma. Victor, ovviamente, il marito (Juan Diego Botto), non prende bene le esternazioni della moglie.


Da lì in poi, la relazione va di male in peggio. Eva non riesce a spiegare neanche alle amiche che cosa le stia succedendo, blatera, è in confusione. Nel frattempo, visita tre appartamenti e manda un paio di messaggi ad Alex, che le risponde: è in viaggio, presto si vedranno. Passano i mesi, mentre Eva si separa, Alex si rimette con la sua ex. Tutto qui? No, perché c’è una sorpresa, che abbellisce questa trama con un tocco di tenerezza e ingenuità.
Alcuni cliché fanno capire che dietro la storia ci sia la mano di un uomo, seppure l’ottimo Cesc Gay, regista tra gli altri di Truman- Un vero amico è per sempre, che a sua volta si è ispirato a un episodio accaduto alla figlia. Forse per questo la fine è deliziosamente consolatoria.