È una carriera indubbiamente curiosa quella di Pascal Laugier, regista francese che dopo il (sopravvalutato) cult Martyrs del 2008, ha impiegato quattro anni prima di realizzare il debolissimo I bambini di Cold Rock.

Ce ne sono voluti addirittura altri sei per portare alla luce La casa delle bambole – Ghostland, con cui Laugier torna, come è nelle sue corde, al genere horror declinato al femminile.

Protagoniste sono due adolescenti, che si trasferiscono insieme alla madre in una grande casa che hanno appena ereditato. Durante la prima notte, però, alcuni malintenzionati entrano nella villa e le tre donne subiscono terrificanti violenze. Le due ragazze reagiranno in maniera opposta: una diventerà una scrittrice di romanzi horror di successo, l’altra una donna paranoica, incapace di superare il trauma.

Non si basa certo su premesse particolarmente originali questo film grossolano, che riesce a interessare soltanto nelle prime battute. Il regista sposta l’azione su più piani temporali, ma la sceneggiatura mostra presto i suoi limiti, incerta sulla direzione da prendere, mentre la regia punta tutto su spaventi a buon mercato, privi di una costruzione cinematografica realmente degna di nota. Il risultato è un film che si dimentica in fretta.