"Sia qua che là restiamo sempre emigrati". E' una storia di emigrazione quella raccontata da Donato Rotunno nel film Io sto bene, fuori concorso nella sezione Alice nella città. Un incontro tra due emigrazioni: quella di ieri (Renato Carpentieri) e quella di oggi (Sara Serraiocco). 

Lui è un uomo partito dalla Puglia in cerca di fortuna negli anni sessanta e che vive in Lussemburgo da più di cinquant'anni, lei invece è una vee-jay, ovvero una specie di dj che utilizza le sue competenze da grafica per metterle nelle sue proiezioni video, che da poco si è trasferita all'estero per cercare lavoro. 

Nel cast anche Alessio Lapice, Marie Jung, Vittorio Nastri e Maziar Firouzi. Nelle intenzioni l'idea di raccontare il tema delle radici e dell'emigrazione, cosa vissuta in prima persona dal regista, italiano cresciuto in Lussemburgo, è cosa buona e giusta.

Ma è sviluppata in modo piuttosto banale e scontato ("In Italia aspetti e speri, ma sai quanti candidati ci sono per posizioni in posti statali?" "Perché Lussemburgo? Perché qui c'è lavoro"), nonché molti snodi del racconto sono buttati lì in modo un po' superficiale. Inoltre l'incontro tra i due diventa un gioco di specchi attraverso il quale emergono rimpianti e ricordi dolorosi in una continua alternanza tra passato e presente che spesso è piuttosto confondente. 

Degne di nota sono però le interpretazioni dei due protagonisti, Renato Carpentiei e Sara Serraiocco, e anche la colonna sonora con le musiche originali di Massimo Zamboni e con canzoni che spaziano da Che sarà dei Ricchi e Poveri a Io sto bene dei CCCP Fedeli Alla Linea.