Dagli arti mozzati e dai cannibali alle poltrone magiche e agli orologi segreti il passo per fortuna è breve. E così, dopo una carriera all’insegna dell’oltraggio e del gore, Eli Roth approda al genere fantasy per ragazzi e bambini come fece Robert Rodriguez con la serie Spy Kids o Il mistero della pietra magica; e come il predecessore è capace di reinventarsi con profitto.

 

Il mistero della casa del tempo è tratto da La pendola magica di John Bellairs e racconta di un bambino che dopo la morte dei genitori va a vivere con lo zio, uno stregone che lo introduce alla magia. Ma il pericolo è in agguato ed è pronto a tornare in vita, specie durante la festa di Halloween. Roth, sulla base della sceneggiatura di Eric Kripke, sposa completamente lo spirito alla base del romanzo (primo di una serie di 12) - un neo-gotico infantile e magico che è stato d’ispirazione a moltissimi epigoni, dal Selznick di Hugo Cabret alla Rowling di Harry Potter, e che era piuttosto all’avanguardia nell’ottica della rappresentazione familiare e razziale - e si presta a rileggere e ripensare il proprio cinema, anche sulla scia della produzione Amblin.

 

Rivolgendosi a un pubblico pre-adolescenziale, Roth mette a punto il suo amore per l’effetto in una chiave diversa, non lo lega allo shock o alla repulsione ma all’illusionismo e alla meraviglia e questo cambia radicalmente l’approccio visivo, permettendogli di evitare le cadute di stile e gli scivoloni nella cialtroneria che spesso inficiano i suoi film e di dedicarsi alla messinscena con una compattezza e una cura per lui rare.

 

E così, il connubio impossibile tra il reuccio dello splatter e la narrativa per ragazzi dà vita (per chi scrive) a uno dei risultati migliori di Roth, se non il migliore, in cui le atmosfere, la confezione svelta e mai patinata eppure curata a dovere e il gioco degli attori (tra cui una sempre magnifica Cate Blanchett) non solo funzionano perfettamente ma comunicano il divertimento sincero e genuino di chi li ha realizzati. Come se non doversi mettere in mostra come il provocatore di turno portasse a galla ciò che realmente può fare.