Dopo tredici anni o mi sposi o mi sposi, non ci sono molte alternative. Come nella vita anche al cinema gli Arteteca dopo anni di fidanzamento decidono di sposarsi e di organizzare un gran matrimonio. E’ la storia del nuovo film diretto dal celebre attore napoletano Lello Arena che fa tornare sul grande schermo il duo comico formato da Enzo Iuppariello e Monica Lima. Lei fa la parrucchiera con tanto di shatush color arcobaleno sulla testa, lui invece lavora in un centro commerciale. Dopo un’analisi accurata del bilancio familiare lui valuterà che entro cinque anni riusciranno a pagare tutti i debiti contratti con il finanziamento che dovranno richiedere. Un finanziamento che li aiuterà nelle spese del matrimonio: 6000 euro di bomboniere e altrettanti per fare il filmino del backstage, 2000 per gli addobbi floreali, con petali di rose che cadono nel piatto dove si mangia, 36 elementi per il coro e un vestito da sposa da 10mila euro. Passati i festeggiamenti i due neo sposini riceveranno però la notizia che il centro commerciale dove lavorano chiuderà a breve. Di conseguenza il loro viaggio di nozze a Miami sfumerà e saranno costretti a prendere un pullman con destinazione Wolfsburg in Germania dove troveranno ad accogliergli il cugino di Enzo che li aiuterà a cercare un futuro che la loro amata città di Napoli non gli può assicurare. 

Dopo Vita, cuore, amore la presenza fissa del noto programma televisivo di cabaret Made in Sud torna sul grande schermo, ma difficilmente riuscirà a bissare gli stessi risultati che ottenne al botteghino nel 2016 (oltre 1 milione e 600 mila euro di incassi, a fronte di un budget di 500 mila euro). L’altra volta infatti la simpatia e il traino di notorietà dei protagonisti aveva premiato il loro primo lungometraggio e i due avevano ben cavalcato il fascino della novità. In Finalmente sposi invece l’unica vera novità è rappresentata da Lello Arena che torna alla regia dopo ben trent’anni. Nel 1988 infatti aveva diretto Chiari di luna sperando di seguire le stesse orme di Troisi, ma il film non decollò e l’attore decise di non ripetere l’esperienza dietro la cinepresa.

Ci riprova dopo tanti anni. Ma (spiace dirlo) tutto cambia, ma niente cambia. Allora un ragazzo si trasferiva da un piccolo paese a Napoli in cerca di lavoro, oggi invece la città partenopea non è più appetibile e per trovare fortuna si deve andare in Germania. In entrambi i casi però la regia del film rimane poco memorabile e si preferisce ricordare Lello Arena come l’attore napoletano che iniziò a recitare insieme all’amico Massimo Troisi nei primi anni ottanta. Non c’è una solida scrittura alle spalle e i pochi momenti divertenti restano legati alle performance linguistiche di Monica Lima. Insomma, per usare uno dei suoi termini storpiati, alla fine del film sarebbe buono ricevere un “training androgeno”  perché per la maggior parte del tempo (guardando gli Arteteca) si sta sulla sedia con l’”arteteca”, cioè con uno stato di irrequietezza continuo, perché si freme dalla voglia di alzarsi dalla poltrona.