Sembrano immagini di un altro tempo. Eppure è passato solo un anno da quando Federico Clapis espose le sue opere alla Triennale di Milano nel progetto Deep Scrolling Experience che vide la partecipazione di più di 2000 persone. Tutti accalcati, senza mascherina, selfie ravvicinati e soprattutto mostre aperte. Poi è arrivato il Covid: la personale prevista per il 2020 di Clapis è stata annullata. Ma una cosa positiva forse è successa: il mondo dell'arte è stato obbligato ad aprirsi all'online.

Da tempo aveva tentato quest'impresa a dir poco titanica lo stesso Federico Clapis, come ci racconta Davide Romeo Meraviglia nel suo doc dal titolo Empty Man-L'arte di Federico Clapis oltre i social (dal 31 maggio in streaming su Chili e ITsART).

Milanese, classe 1987, Federico ha iniziato proprio dal web. Noto per i suoi video virali sui social, le sue canzoni dissacranti come Finocchio o Jimmy Lo Storpio e per le serie di sketch Behind a Selfie che gli hanno fatto accumulare milioni di seguaci e visualizzazioni. Un percorso mediatico che gli è poi servito per dare visibilità alla sua vita da artista. E così, nel 2015, nel momento di sua più grande popolarità, ha deciso di abbandonare le scene dell'intrattenimento e di convertire tutto sull'arte.

Ora il fu influencer vive nei laboratori "come le tartarughe Ninja" tra vernici, pennelli, tele e bombolette.

Molto viene fuori: ansioso, acquadipendente ("come godo con l'acqua non godo con niente") tanto che spesso si vergogna di chiederla ai party, affetto fin da piccolo da paralisi notturne, spesso a disagio a stare con le persone, vegano convinto, non amante dei festeggiamenti, e soprattutto dipendente da quel che succede online: "da come la gente reagisce alle opere, è quella roba che ti fa produrre".

Sicuramente un precursore, un visionario. "Succederà qualcosa che obbligherà il mondo dell'arte ad avvicinarsi ai social", dice in questo doc girato prima del Covid tra settembre 2019 e febbraio 2020. Fa impressione, ma con la pandemia è successo proprio questo e l'offline ("l'arte istituzionale"), ovvero il mercato, è stato costretto a confrontarsi con l'online.

Nel doc anche alcuni filmini di lui da piccolo. Strana coincidenza con la Ferragni che fin da bambina veniva filmata dalla mamma. Sicuramente non l'unica cosa in comune tra Federico Clapis e la nota influencer, che sono riusciti ad intercettare il nuovo linguaggio, quello dei social, e a fare di questa loro passione un lavoro.

Tra l'altro, entrambi sono protagonisti di due documentari agiografici, lei si è raccontata in Chiara Ferragni-Unposted  di Elisa Amoruso (2019) e il fu influencer in questo diretto da Davide Romeo Meraviglia. Un doc che di sicuro ci apre un mondo, quello di Federico Clapis appunto. Con un unico, ma grande Empty (non) Man, ma space: quello delle sue opere. Poco raccontate. Peccato.