Opera seconda dell’hongkonghese classe 1979 Derek Kwok Cheung Tsang, Better Days gareggia al quarto IFFAM di Macao nella sezione New Chinese Cinema.

Titolo controverso, invero, perché bloccato per ben due volte dalla censura: annunciato alla passata Berlinale, era saltato all’ultimo minuto, e così l’uscita in patria prevista per giugno.

Protagonista è Chen Nian (la deliziosa Zhou Dongyu, copia di Sophie Marceau nel Tempo delle mele) che studia, davvero fortissimamente, per affrancarsi dalla povertà, e dai debiti della madre, e conquistare l’università più ambita del Paese, a Pechino: il gaokao, ovvero l’esame d’ingresso, è temibile, la concorrenza tra studenti folle, di più, fatale, allorché il bullismo di alcune compagne fa una vittima, che si getta nel vuoto a scuola. Chen pietosa mette sul cadavere la propria giubba per distoglierlo agli scatti degli studenti, quindi viene interrogata dalla polizia, e – si fa per dire – non l’avesse mai fatto: l’oggetto delle attenzioni dei bulli, pardon, delle bulle ora è lei, e mentre i test si avvicinano la sua unica speranza è il teppistello Bei (la popstar Jackson Yee) che diviene il suo custode…

Non priva di didascalismi e, già nei titoli di testa, di avvertenze edificanti, Better Days gode della chimica tra i due protagonisti, si fa apprezzare per una certa agilità nel passare tra i generi – dal dramma scolastico alla love story e al crime – e ancor più per lo stigmatizzare, pur con i guanti di velluto, il bullismo insito nella selezione della specie universitaria, forse più infido, di certo più sistemico di quello orizzontale.