Per il regista Richard Linklater l’andare del tempo è una questione di corpi, legati all’evolversi dello spazio che li circonda. Boyhood ne era l’esempio, il punto di arrivo e di non ritorno: il protagonista filmato per dodici anni, prima che il progetto fosse concluso.

Anche il movimento è dilatato nel cinema di Linklater. Sono flussi di coscienza, non sempre dichiarati. Nell’introspezione dei personaggi si annidano i tormenti, le speranze, gli amori irrisolti. E soprattutto la memoria, la nostalgia. Linklater è tra i cantori della giovinezza, del passato che non ritorna.

Apollo 10 e mezzo, disponibile adesso su Netflix, potrebbe essere il prequel di La vita è un sogno, anche negli intenti. Il film del 1993 era ambientato nel 1976, durante l’ultimo giorno di liceo di un adolescente. Il sequel poteva essere il bellissimo Tutti vogliono qualcosa del 2016, con l’università e gli anni Ottanta. Adesso invece il nastro si riavvolge. Il salto è nel 1969, l’infanzia è quella di un bambino che abita vicino alla NASA.

 

Apollo 10 1/2: A Space Age Childhood - Milo Coy as Stan. Cr: Netflix © 2022

Il padre è il responsabile delle spedizioni, ovunque si tende ad alzare lo sguardo verso le stelle. Per questo Linklater trasforma il crescere in un’avventura sulla luna. Hanno costruito una capsula troppo piccola, solo un bambino può quindi esserne ospite e andare nello spazio.

Ancora una volta, La vita è un sogno. Realtà e finzione sono inscindibili, l’impossibile si fa concreto. Apollo 10 e mezzo gode dell’incanto del suo narratore, dell’innocenza con cui affronta il mondo. Ma anche se siamo nel regno dell’animazione, il richiamo è ai più grandi. Linklater continua a utilizzare il “rotoscopio” nella sua versione più avanzata, disegna partendo da riprese realizzate in precedenza. Lo aveva già fatto con Waking Life e il cupo A Scanner Darkly. Cifre stilistiche diverse per guardare a ciò che è stato.

Apollo 10 e mezzo è centrato sullo sguardo. Con uno spirito nostalgico va alla ricerca di sensazioni perdute, si confronta con generazioni diverse. È un viaggio, una cartolina delle più intense, che dipingono i momenti di passaggio. Mescolando American Graffiti e Uomini veri, si proietta verso First Man di Damien Chazelle, e gioca con la malinconia di L’ultimo spettacolo.

 

Richard Linklater attends Netflix's Apollo 10 ½ SXSW World Premiere on March 13, 2022 in Austin, Texas. (Photo by Greg Doherty/Getty Images for Netflix)

Linklater gira un film che vola verso il futuro, ma descrive anche un’epoca che è ormai storia: i suoi colori, le abitudini, i brividi sul grande schermo, le hit che ascoltiamo ancora oggi. Apollo 10 e mezzo è testimonianza, suggestione, meraviglia, con i Pink Floyd che ci accompagnano sul lato nascosto della luna, la fantascienza che si fa attualità, e i piccoli passi per l’uomo che diventano grandi per il genere umano.