Ragazza di buona famiglia tedesca si unisce a un collettivo antifa: un po’ per amore, un po’ per politica, combatte i neonazi. È And Tomorrow the Entire World (Und morgen die ganze Welt), produzione tedesco-francese per la regia di Julia von Heinz, che vi travasa largamente il proprio vissuto, dall’estrazione nobile alla militanza negli anni Novanta.

In Concorso a Venezia 77, il film non è disprezzabile, la regista gira in scioltezza, gli interpreti sono freschi, dalla protagonista, e alter ego, Mala Emde (Luisa) al soggetto dei desideri Noah Saavedra (Alfa, diosanto…) e, per fare un triangolo alla The Dreamers o Jules et Jim, Tonio Schneider (Lenor, e ammorbidente è), e lo Zeitgeist aiuta: combattere l’odio, la domanda che frulla nel collettivo, giustifica la violenza?

La formazione sentimental-politica di Luisa è la cartina al tornasole, ovviamente sol dell’avvenire come da titolo, ma i 111 minuti avrebbero potuto essere tagliati di una buona mezz’ora: si cincischia parecchio, tra aneliti e sortite, dialettica e dialogo (amoroso), teoria e prassi. Alfa fa il bello e cattivo tempo, Luisa a ruota, finché il rinvenimento in un covo neonazi di due ordigni esplosivi scopre le carte in tavola: fino a che punto agire, e con quali conseguenze?

Prodotto medio nelle ambizioni quanto negli esiti, And Tomorrow the Entire World ha poco o nulla per ambire a un Concorso d’Arte Cinematografica, ma sarà che politicamente è avvertito, sarà che lo dirige una donna, sarà che in tempi di Covid non si butta via (quasi) niente, eccolo in lizza, almeno nominalmente, per il Leone.

Comunque tra un sospiro d’amore e una pres(in)a di coscienza politica, la nobile Luisa non ci regala nulla che non abbiamo già visto: qualche titolo per dare temperie e temperatura, L’Onda di Dennis Gansel (2008), Night Moves di Kelly Reichardt (2013), We Are Young. We Are Strong di Burhan Qurbani (2014). E ci fermiamo qui: più che And Tomorrow, insomma, calzerebbe And Yesterday.

Comunque sia, il film riserva una bella battuta, per bocca del barone padre di Luisa: “Chi sotto i trent’anni non è di sinistra è senza cuore, chi lo è dopo i trent’anni è senza cervello”.