Visi commossi e imperlati di sudore. Mani e corpi si muovono a ritmo di musica, non riuscendo a contenere l’entusiasmo e l’energia travolgente che si propaga nella New Temple Missionary Baptist Church di Los Angeles, dove sono in corso le riprese del film-concerto della Warner Bros. “Amazing Grace”, disco gospel del 1972 di Aretha Franklin.

Le riprese del documentario, affidate a Sydney Pollack (che non verrà accreditato nella versione finale) non vedranno la luce prima del novembre 2018, dopo la morte di Franklin e sotto l’attribuzione della regia ad Alan Elliot. Ora il film-documentario sarà disponibile nei cinema italiani solo il 14, 15 e 16 giugno.

Un’ora e mezza di documentario sulla realizzazione dell’album gospel più venduto della storia in cui compaiono, oltre alla “Regina del Soul”, anche James Cleveland al piano, Alexander Hamilton alla direzione del Southern California Community Choir e il reverendo battista C.L. Franklin, padre della cantante, profusosi in un commosso discorso d’elogio della figlia.

Nella platea festante e scatenata ci sono anche dei rocker come Mick Jagger e Charlie Watts e la cantante gospel Clara Ward citata, insieme a Mahalia Jackson, tra le mentori della Franklin.

Amazing Grace segna un ritorno al gospel di “Lady Soul” dopo il successo, ad esempio, di “I Never Loved a Man the Way I Love You” (1967). Come sottolineato anche dal reverendo Franklin nel corso delle registrazioni di Amazing Grace, alcuni fan della cantante era rimasti delusi dal suo allontanamento dal gospel nel corso della sua carriera.

A queste obiezioni solitamente il reverendo rispondeva che, in realtà, Aretha non aveva mai lasciato la chiesa. Con questo album la Franklin segna il suo ritorno al genere che l’aveva lanciata nel mondo della musica in giovane età, quando cantava nel coro gospel della chiesa battista di Detroit amministrata da suo padre.

Nel docu-film, diviso tra le due sessioni di registrazione, nelle serate del 13 e 14 gennaio, si può assistere alle performance di “What A Friend We Have In Jesus”, “Wholy holy” e “Never Grow Old”, oltre ad un’incredibile versione di Amazing Grace della durata di 11 minuti.

L’effetto, vedendo questo documentario inedito a quasi 50 anni dalla sua realizzazione, è quello di un tuffo nel passato. Eppure, il risultato non è meno folgorante. Il talento della Franklin attraversa mezzo secolo di storia della musica arrivando netto e preciso al cuore dello spettatore; coinvolgendolo, emozionandolo, mentre è seduto davanti allo schermo. A riprova che il genio e il talento sono senza tempo.