Si può credere anche se tutto ti porterebbe a non farlo? Sì, è il caso del prete Ivan (Giorgio Pasotti), che dalla sua piccola chiesetta in cima alle valli dell'Alto Adige, continua ad avere quella fede, ovvero quella fiducia, non solo in Dio, ma soprattutto nell'uomo che molti hanno perso. 

Dall'altro lato c'è chi, come Adamo (Claudio Amendola), un neofascista che crede solo (e forse ormai neanche più di tanto) nel simbolo della celtica (che ha tatuata dietro al collo), non ha più fiducia nell'umanità.

A parte il baffetto un po' hitleriano del prete, che richiama il nazismo, i due uomini, con le loro rispettive visioni del mondo (positiva e negativa), non potrebbero essere più diversi, senonché nella comunità di recupero gestita da Ivan, nella quale ci sono anche uno sciatore alcolizzato (l'austriaco Robert Palfrader), una donna piuttosto problematica (l'attrice altoatesina Gerti Drassl) e un ex-terrorista di nome Khalid (Aram Kian), il dialogo fa avvenire miracoli. E dalle mele marce può nascere un buonissimo strüdel.

L'opera seconda di Giorgio Pasotti, da lui scritta, diretta e interpretata, si intitola in modo esemplificativo Abbi fede, quell'abbi (ate) fede che don Ivan con il suo sorriso e con alle spalle il suo passato tragico continua a predicare, negando perfino a se stesso l'insostenibile realtà.

Basato su Le mele di Adamo, diretto quindici anni fa dal danese Anders Thomas Jensen, questo film è una commedia dolce amara, a tratti grottesca, che ci invita a riflettere sulla sfida più antica del mondo: quella tra il bene e il male, la vita e la morte. 

Abbi fede

Una lotta resa anche grazie alla luce e alla fotografia di Carlo Rinaldi, con Adamo rappresentato come le pitture "nere" di Francisco Goya e Ivan attraverso il realismo romantico delle illustrazioni dell'americano Norman Rockwell. Il primo spesso ripreso dal basso come se fosse il busto di un dittatore, l'altro con il suo sorriso e la sua immagine rassicurante dai toni chiari.

E' attraverso la perdita delle certezze e il dubbio, ma anche dal confronto, dal dialogo e dall'ascolto che nasce quella fede che ha del miracoloso.

Una fede che scaccia via il male, ma che ha bisogno di essere rinnovata e libera, così come quell'enorme crocifisso trasformato in un gigante spaventapasseri, che fa scappare gli uccelli e salva le mele. L'importante è avere fede. Abbi (ate) fede, non solo nella bontà dello strüdel, ma anche in chi lo mangia, in questo film e soprattutto nella vita.