È interessante come il genere bellico sia radicalmente cambiato dal 2001 in poi. Il cinema americano ha abbandonato il Vietnam per l’Iraq e l’Afghanistan, passando dal pacifismo alla propaganda in tempi rapidissimi, senza preoccuparsi di chi occupasse lo studio ovale.

Fermo restando che il miglior film di guerra di questi anni è Zero Dark Thirty, quindi Obama può vantare un ulteriore merito, per il resto non c’è da stare allegri.

Ne offre conferma 12 Soldiers, storia vera di una ripulita dozzina che va in Afghanistan a stanare uno dei leader di Al-Qaeda. In tre settimane compiono la missione, nonostante 50.000 nemici che devono naturalmente piegarsi al loro valore.

A parte il tentativo, goffo ma meritevole, di trasformarlo in un western, una sorta di I cavalieri del Medio Oriente, il film altro non è che uno dei tanti prodotti ultra patriottici che hanno fatto molto male non solo al cinema, ma soprattutto al tessuto sociale americano, sempre pronto a celebrare eroi e trovare condottieri.

 

Con risultati, sia artistici che politici, che lasciano decisamente a desiderare. Speriamo per Chris Hemsworth che la sua vita dopo Thor sia ben diversa da questa. E auguriamo a Michael Shannon di finire di pagare presto il mutuo