Altura

ITALIA 1950
Stanis Archena, dopo aver girato il mondo in cerca di fortuna, torna alla natia Altura, tra i compagni della prima giovinezza. Ma ad Altura le cose sono cambiate: dopo la partenza di Stanis è giunto in paese un certo Efisio Barra, un nuovo ricco, un uomo senza scrupoli, che ha comperato le terre e i pascoli, imponendo ai pastori la sua dominazione. Non avendo concorrenti, Efisio è in grado d'acquistare tutto il latte a prezzi bassissimi. Per combattere il monopolio, Stanis si mette alla testa d'un movimento cooperativistico. Efisio manda i suoi schermi ad assaltare il camioncino della cooperativa, che porta il latte ad altri mercati: nella mischia resta ucciso Napoleone, un povero vecchio, amico di Stanis. Questi s'allontana dal paese col proposito di ritornare e vendicare il caduto non appena avrà raccolto delle prove contro Efisio. Questi, che corteggia la fidanzata di Stanis, Grazia, approfitta della partenza del fidanzato per raddoppiare le sue insistenze. Grazia, delusa per l'improvvisa partenza di Stanis, decide di promettersi ad Efisio. Ma durante la cerimonia del giuramento, riappare Stanis coi suoi. Accusato da un suo ex dipendente d'aver ordinato lo assalto al camioncino, Efisio fugge, ma viene ucciso da Stanis, dopo un lungo inseguimento.
SCHEDA FILM

Regia: Mario Sequi

Attori: Paolo Scampuddu, Massimo Girotti - Stsanis Archena, Fausto Guerzoni - Napoleone, Anna Maria Bottini - Zia Alena, Giovanni De Montenero, Eleonora Rossi Drago - Grazia, Roldano Lupi - Efisio Barra, Vittorio Duse, Mirko Ellis

Soggetto: Mario Sequi

Sceneggiatura: Mario Sequi, Pietro Lissia, Vinicio Marinucci, Akos Tolnay, Bruno Valeri

Fotografia: Piero Portalupi

Musiche: Ennio Porrino

Scenografia: Andrea Cannas

Altri titoli:

Rocce insanguinate

Durata: 88

Colore: B/N

Genere: AVVENTURA

Produzione: SAVERIO R. D'AMICO E AKOS TOLNAY P.F.I. FILMS INTERNAZIONALE

Distribuzione: REGIONALE

NOTE
- ORGANIZZATORE GENERALE: SILVIO D'AMICO.

- DIRETTORE DI PRODUZIONE: PIETRO BIGERNA.

- OPERATORE: MARCO SCARPELLI.
CRITICA
"Un altro film ispirato alla Sardegna, che sta, come qualità generale, tra il mediocre Faddija e il mancato, ma dignitoso l'edera. La buona recitazione degli interpreti ha attenuato in molte situazioni il tono retorico e di maniera dal quale il film non riesce quasi mai a salvarsi". (A. Albertazzi, "Intermezzo" n. 3 del marzo 1950).