Hell Bound - Hellraiser II - Prigionieri dell'inferno

Hell Bound - Hellraiser II

GRAN BRETAGNA 1988
La giovane Kirsty è ricoverata in una clinica psichiatrica, sotto le cure dello psichiatra e chirurgo dottor Channard. Lei ha di continuo visioni terribili, collegate con il ricordo della perdita del padre, tradito dalla matrigna Julie con il cognato Frank, morti anch'essi. Precedentemente la ragazza aveva scoperto non solo la tresca, ma che Julie aveva evocato dagli Inferi l'amante assassino, e che costui si era ricostruito un corpo vivente con i tessuti degli uomini attirati da Julie in una sinistra abitazione. In più i due possedevano una magica scatola cinese, che consentiva di penetrare appunto agli Inferi, dove i trapassati si aggiravano praticando torture e piaceri. Ora sono proprio tali spiriti demoniaci - i Cenobiti - a sconvolgere la mente di Kirsty. Il guaio è che Channard possiede anche lui ben tre scatolette cinesi identiche...
SCHEDA FILM

Regia: Tony Randel

Attori: Ashley Laurence - Kirsty Cotton, Imogen Boorman - Tiffany, Kenneth Granham - Dr. Philip Channard/Channard Cenobita, William Hope - Kyle MacRae, Doug Bradley - Pinhead/Capitano Elliot Spencer, Clare Higgins - Julia Cotton, Angus MacInnes - Detective Ronson, Oliver Smith - Sig. Browning, Sean Chapman - Zio Frank Cotton, Bradley Lavelle - Agente Kucich, James Tillitt - Agente Cortez, Wilde Barbie - Cenobita

Soggetto: Clive Barker

Sceneggiatura: Peter Atkins

Fotografia: Robin Viogen

Musiche: Christopher Young

Montaggio: Richard Marden

Scenografia: Mike Buchanan

Costumi: Jane Wildgoose

Effetti: Effects Associates Ltd.

Altri titoli:

Prigionieri dell'inferno

Durata: 90

Colore: C

Genere: HORROR

Specifiche tecniche: PANAVISION, PANORAMICA, 35 MM (1:1.85) - TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo di Clive Barker

Produzione: FILM FUTURES, NEW WORLD PICTURES, TROOPSTAR

Distribuzione: FAGLE PICTURES (1989) - MULTIVISION, FONIT CETRA VIDEO - DVD E BLU-RAY: KOCH MEDIA (2012)

NOTE
- CLIVE BARKER FIGURA ANCHE PRODUTTORE ESECUTIVO.
CRITICA
"La fantasia di Randel e, soprattutto, il talento degli autori di effetti speciali (Bob Keen e Geoff Portass), si sono sbizzarriti nella creazione di una scenografia alla Fritz Lang, evocata, però, con espliciti riferimenti alla letteratura gotica. E' vero che la regia è abbastanza creativa, riscattando e smussando gli angoli più scioccanti dell'infausta rappresentazione; ma talvolta si ha la sensazione di un eccesso nella ricerca del particolare orrido. Si inseriscono in questo secondo versante del racconto, ad esempio, il risveglio di Julia, il suo abbraccio di mummia (poveraccio, quel dottore...), le aggressioni alle due ragazzine, le quali, infine, si avviano, libere e felici, fuori dall'infernale clinica che ha ospitato i loro incubi. La fosca fotografia è firmata da Robin Vidgeon ed è assai funzionale al clima horror di una saga che, a quanto sembra, sollecita l'interesse del pubblico." (Gregorio Napoli, 'Il Giornale di Sicilia', 8 Aprile 1989)

"Incubi: di tutti i tipi. Voi immaginate: e accade. Se c'è qualcosa che non avete immaginato e accade è la parte migliore del film. Ma questo, rispetto alla prima puntata di Clive Barker, è piuttosto raro. Corpi: a brandelli, a pezzettini, senza braccia, attraversati da spilloni, vestiti di organi e basta, muscolosi a cielo aperto (si sconsiglia la visione a chi deve entrare in una clinica chirurgica). La scheda non può restituire l'effetto sorpresa, quasi sempre prevedibile. Randel, che aveva montato il primo e più equilibrato (si fa per dire) episodio, ora dirige una produzione sempre dell'autore primigenio Barker. Qualche spezzone visualizza ciò che non avete mai osato ricordare dei vostri sogni. Per il resto concedeteci una sospensione in una parolina: mah!" (Silvio Danese, 'Il Giorno', 14 Aprile 1989)

"Riappaiono i grovigli d'erotismo e d'orrore tipici di Barker, ed attraverso il gioco del cubo e le sue amplificazioni, scenografiche, i labirinti e gli strapiombi geometrici che attirano Kirsty e Tiffany, si snodano illusionistiche, stuzzicanti allusioni ai mondi astratti in cui il pensiero, il sogno o la droga, possono catturare ed annientare il corpo, i desideri. Ma questi ingredienti più originali restano sopraffatti da una paccottiglia da luna-park del terrore in cui non mancano neanche i clown ghignanti. La regia lascia balenare qualche felice intuizione figurativa, ma è probabilmente travolta dall'obbligo di confezionare in fretta il sequel d'un film fortunato al botteghino." ('Il Mattino', 22 Aprile 1989)