Sarà pronto ad aprile L'orizzonte degli eventi, l'opera seconda di Daniele Vicari. Ad annunciarlo è lo stesso regista in un'intervista rilasciata a Cinecittà News. Dopo Velocità massima - che gli è valso un David di Donatello - Vicari torna a lavorare con Valerio Mastandrea, che interpreta questa volta il ruolo di Max, un fisico del laboratorio del Gran Sasso che casualmente entra in rapporto con Bajram (l'attore albanese Lulzin Vecia), un pastore macedone. Girato tra luglio e settembre a L'Aquila, sull'altopiano della Laga e a Castel del Monte, all'interno del Laboratorio di fisica nucleare del Gran Sasso e negli studios di Papigno a Terni, L'orizzonte degli eventi è ispirato a un reportage dello stesso Vicari dal titolo Uomini e lupi, incentrato sulla storia di uno studente macedone in fuga da Skopje che trova lavoro in Abruzzo come pastore. "L'idea  - spiega il regista - è quella di mettere in contatto e conflitto questi due mondi: un'élite scientifica multietnica e uomini che fanno il mestiere più antico dell'umanità, quello di pascolare animali. Il loro stile di vita non ha nulla a che vedere con la modernità. Il Bajram di quel reportage viveva in una roulotte collocata in mezzo a una valle circondata da montagne, in totale solitudine per alcuni mesi dell'anno. Un uomo che vive in quella condizione dopo un po' perde il senso della realtà". La scelta del Gran Sasso come ambientazione di L'orizzonte degli eventi non è casuale: "Mi sono reso conto che questa montagna rappresenta in maniera illuminante la nostra era della globalizzazione. Max riassume in sé quanto avvenuto nell'evoluzione sociale, morale e politica del nostro paese". Il film si candida per Cannes o Venezia? "Venezia ha portato fortuna a Velocità massima, ma ogni film ha il suo destino".