"Le responsabilità della televisione nel degrado culturale del paese sono pesantissime: se il caso televisivo di queste settimane sono le sorelle Lecciso c'è poco da stare allegri". A parlare è Carlo Verdone che in un'intervista al Giornale dello Spettacolo definisce un "disastro" la situazione del cinema italiano. "Tutto il secondo semestre 2004 è stato assai deludente, con l'unica eccezione di Le chiavi di casa di Gianni Amelio" continua l'attore e regista, per il quale il nostro cinema dovrebbe essere adeguatamente sostenuto. "Il fatto che il Parlamento approvi una nuova legge finalizzata al rilancio della produzione nazionale e pochi mesi dopo approvi un taglio alle risorse destinate al cinema stesso è semplicemente incomprensibile e demenziale. In questo modo la prospettiva è quella di un cinema sempre più povero e trasformato in un optional natalizio". Le responsabilità risiedono inoltre nell'eccesso di offerta cinematografica in tv, nella spietata concorrenza di altre forme di spettacolo, a cominciare dalle partite di calcio in televisione e nella quantità enorme di titoli immessi sul mercato in un arco di tempo brevissimo. "L'eccesso di offerta non favorisce il pubblico - dice - crea semplicemente confusione e gli spettatori, anche per la crisi economica che sta impoverendo tutti, devono essere molto motivati per decidere di andare al cinema. Pensiamo poi ai titoli: banali, ripetitivi, incomprensibili, inadatti a fissarsi nella memoria dello spettatore: Nel mio amore, Le conseguenze dell'amore, L'amore ritrovato, Una talpa al bioparco. Ma qualcuno si è posto il problema che il 70% degli spettatori neppure sa cosa significhi bioparco?"