Sho è un solitario, tacciato di asocialità e ritenuto strano a causa della sua passione per le armi giocattolo. Un giorno, però, ne compra una vera, cosa che concorre ad aumentare la sua autostima e che lo rende più audace. Decide così di dichiararsi a Eiko, la donna di un boss. Respinto, penetra infuriato nell'appartamento della ragazza per rapirla; vistolo titubante e alla fine pentito, Eiko commossa gli si avvicina. Quando però all'improvviso compare il boss, il terrore metterà in moto una serie di eventi che sfoceranno in tragedia.
Alla tredicesima edizione del Far East Film Festival di Udine, nella sezione Pink Wink, è stato proposto il film dell'89 Last Bullet, diretto da Sano Kazuhiro, nell'ambito del focus sul cinema erotico giapponese. Focus incentrato sul genere “Pink Eiga”, a torto definito pornografico in Occidente, non essendoci manifestazione diretta di genitali né di atti sessuali espliciti, e sul leggendario pioniere di tale genere Asakura Daisuke (pseudonimo dietro il quale si nasconde una donna, all'anagrafe Lady Sato Keiko) e della compagnia Kokusei, oggetto di un vero e proprio tributo.
Un filone nato negli anni '60 e che ha conosciuto, negli anni '90, un periodo di particolare creatività sperimentale e d'autore con registi come Sato Tashiki, Zeze Takaisa e, appunto, Sano Kazuhiro. Ed è grazie a questa straordinaria donna, che negli anni '60 si è guadagnata un particolare prestigio in un universo degli affari prettamente maschile come quello della produzione del softcore, se in Giappone una certa cinematografia ha potuto conoscere una grande innovazione e se  è stata possibile l'esplorazione di nuovi stili e nuove forme, così come la scoperta e il lancio di generazioni di talenti tra i quali, oltre ai succitati, Takita Yojiro, recente premio Oscar con Departures.