A differenza di Ken Loach, Ettore Scola è felice di essere a Torino e del Gran Premio che gli sarà consegnato domani sera durante la cerimonia di chiusura della 30° edizione del Festival. "Non ho capito il comportamento di Loach – spiega durante la conferenza stampa di presentazione del premio -. E' uno dei vecchi militanti e non ce ne sono più molti in giro, soprattutto tra i giovani. Le regole di un vero comunista valgono anche in Inghilterra: sapere e conoscere. E per farlo bisogna recarsi sul posto e cercare di comprendere i fatti”. In perfetta coerenza con le sue parole Scola, accompagnato dal direttore Gianni Amelio, ascolterà la versione dei lavoratori che l'hanno contattato proprio nei giorni scorsi. Quanto al riconoscimento, ironizza: "Sarà un altro premio impresentabile, la mia è una casa degli orrori: ho ricevuto persino una statua di un seminatore finlandese che mi osserva in continuazione. Però, devo ammettere, questo riconoscimento mi è particolarmente gradito: arriva da una città che mi ha dato e insegnato tanto e da alcuni amici cari come Gianni Amelio e Alberto Barbera. E poi i premi sono per i vecchi registi”. Ma Amelio precisa: “Stavolta non è alla carriera, anzi. Ho pensato subito al premio dopo aver letto due pagine del nuovo progetto di Scola: è un invito perché vada avanti e lo realizzi”.
Nato a Trevico, Scola si trasferisce bambino a Roma. L'incontro con il mondo del cinema inizia alla fine degli anni '40, quando durante l'Università inizia a pubblicare bozzetti sul giornale umoristico "Marc'Aurelio" (fucina di talenti cinematografici da Fellini a Scola). Prima "battutista” e poi sceneggiatore (“Con Age e Scarpelli saremmo stati comunque amici anche se avessimo fatto i falegnami”), passa alla regia nel ‘64 con Se permettete parliamo di donne. Per Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca Marcello Mastroianni vince la Palma d'Oro a Cannes per il migliore attore. Dopo il drammatico Trevico - Torino (1973), Scola torna alla commedia con C'eravamo tanto amati: attraverso un grande affresco generazionale, ripercorre le tappe della storia italiana dalla Liberazione fino agli "anni di piombo". I suoi titoli rimangono impressi nella memoria: Brutti, sporchi e cattivi, (con uno straordinario Nino Manfredi), Una giornata particolare e La famiglia. Solo per citarne alcuni.