“Ci piacciono i film di genere, ma vorremmo che si facesse a meno di queste etichette a cui siamo molto attaccati in Italia: è semplicemente cinema, l’importante è che sia ben fatto. Spesso per produzioni come questa si parla di ‘coraggio’, ma a dire il vero nel nostro caso non si è trattato di coraggio, piuttosto della certezza di stare puntando su una cosa giusta”.

Così Antonio e Marco Manetti presentano The End? L’inferno fuori di Daniele Misischia, prodotto dalla loro Mompracem con Rai Cinema. Primo lungometraggio di Misischia, The End? è stato presentato alla scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma e al FrightFest 2017 di Londra e arriverà in sala il 14 agosto con 01 distribution.

Il cast di The End? L'inferno fuori - Foto Pietro Coccia

 

L’horror claustrofobico di ambientazione romana vede protagonista Alessandro Roja nei panni di Claudio Verona, un uomo d’affari cinico ed egoista che rimane bloccato in ascensore mentre fuori impazza un’improvvisa epidemia che non si esiterebbe a definire “zombie”. Eppure il termine non è mai usato all’interno del film: "Un’apocalisse zombie è qualcosa di talmente assurdo che non verrebbe mai in mente nella vita reale, per questo non si pronuncia mai il termine all’interno del film", spiega il regista Daniele Misischia. Una paradossale credibilità è dunque alla base di The End?, come ribadisce Alessandro Roja: "Non ci piace la piaggeria nei confronti del pubblico. Volevamo che le situazioni fossero oneste nella loro assurdità, e questa è stata una delle caratteristiche della storia che più mi hanno affascinato. Quando il mio personaggio spara è evidente il rinculo del fucile, perché Claudio Verona non è Bruce Willis, è un uomo comune, persino antipatico, che però dovendo affrontare grandi difficoltà mostra il suo lato umano e riesce a creare una connessione con lo spettatore. Mi diverto sempre a saltare da un ruolo all’altro e da un prodotto all’altro. Il personaggio di Claudio Verona mi ha appassionato perché non vuole compiacere il pubblico".

Roja dissente nel definire il film uno one man show: "Non ero solo, necessari sono stati Claudio Camilli, Euridice Axen, Benedetta Cimatti ma anche tutti gli 'infetti', perché non è affatto facile giocare seriamente in ruoli del genere. Dal punto di vista fisico hanno sicuramente faticato molto più di me".

Cast a parte, protagonista silenziosa del film è anche la capitale. A detta di Marco Manetti "era importante che questo film fosse geolocalizzato, che fosse ambientato chiaramente a Roma".

Diverse le influenze citate da Misischia, non ultime suggestioni dalla filmografia dei Manetti: "Quando io e Cristiano Ciccotti abbiamo scritto The End? avevamo in mente film come Buried di Cortés o In linea con l’assassino di Schumacher, però avevo anche visto Piano 17 dei Manetti e l’avevo apprezzato. Sicuramente, girando in una location claustrofobica come un ascensore, mi sono ispirato inconsciamente a film con ambientazioni analoghe".

Potrebbe spiazzare l’uscita decisamente “vacanziera” del film ma regista, produttori e protagonista sono convinti che sia il periodo giusto per The End?: "In un altro momento sarebbe stato inghiottito dalle altre uscite. Speriamo che abbia modo di risaltare, uscendo sotto Ferragosto", commenta Marco Manetti "E poi, a tutti noi è sembrato un 'film estivo', sarà che a Ferragosto capita spesso di rimanere bloccati in ascensore, come in Quelle strane occasioni…"