Risponde in modo diretto a tutte le domande. Anche le più personali. "E' vero - ammette Francis Ford Coppola, imrovvisando una conferenza stampa alla fine di Tetro - la direzione del festival di Cannes mi ha proposto il fuori concorso. Ho rifiutato, non mi sento a mio agio con lo smoking e non amo i gala, ho preferito andare alla Quinzaine, mi sembrava più in linea con lo spirito di Tetro. Mi era già successo con Apocalypse Now, anche in quel caso il film non era finito e il festival non aveva potuto visionarlo". Camicia gialla limone, pantaloni sportivi, accompagnato dall'inseparabile moglie, dal figlio Roman e da parte del cast (Vincent Gallo assente), Coppola è accolto da un tifo da stadio, sorride, saluta tutti.
"E' il mio film più autobiografico- ammette-. E' ambientato in Argentina dove ci sono molti italiani, mi è parsa l'occasione giusta per parlare della mia famiglia". La storia si svolge nel quartiere la Boca di Buenos Aires, protagonista Vincent Gallo, alias Tetro, che vive con Maribel Verdù, lontano da qualsiasi contatto con passato e parenti, finché un giorno gli piomba a casa il fratello minore in cerca di risposte. In un crescendo di segreti svelati scoprirà verità tragiche e poco consolatorie sul padre di entrambi. Fotografia e regia superlative, è il terzo film che Coppola scrive interamente. "E' la parte essenziale di un progetto, per anni ho diretto storie di altri. Speravo con tutto il cuore che arrivasse questo giorno".