“L’emozione è dentro di voi perché un film è soltanto come la caverna di Platone”. E l’emozione era tanta di fronte a Francis Ford Coppola, che ieri sera ha aperto la 68esima edizione del Taormina Film Fest presentando la versione restaurata de Il padrino (The Godfather) al Teatro Antico in occasione del cinquantesimo anniversario.

Un film che consegna “ai giovani, per farglielo rendere ancora più bello”. Mentre al grande regista, sceneggiatore e produttore statunitense di origini italiane, una volta salito sul palco, è stato consegnato dai tre direttori artistici del festival Federico Pontiggia, Alessandra De Luca e Francesco Alò, il Taormina Award “per la sua capacità di farsi leggenda cinematografica senza mai staccarsi dalla realtà perché con coraggio produttivo e visionarietà poetica ha saputo rivoluzionare il cinema americano e mondiale”.

Il film quest’anno sarà distribuito a livello mondiale da Paramount Pictures ed è diventato, come il suo autore, una leggenda. Perché? “Il pubblico era pronto e lo stava aspettando”, risponde lui. Proprio come ieri sera il pubblico del teatro di Taormina aspettava lui e lo ha accolto con una standing ovation.

“Avevo ventinove anni quando sono stato ingaggiato per girare Il padrino, fino a quel momento i film gangster non avevano avuto molto successo - racconta-. Non sapevano quale sarebbe stato il risultato per cui decisero di ingaggiare un regista italo americano perché laddove il film avesse offeso gli italiani se la sarebbero presa con lui. La sceneggiatura presentava numerose e profonde lacune e io come sceneggiatore avevo avuto un discreto successo”.

E poi: “Ero molto giovane e non avevo alcun potere. Questo significava che mi potevano impartire ordini su chi scegliere nel cast e su come fare il film. Avevo sempre il timore di essere licenziato. Ho avuto la forza di resistere, ma ero scontento perché a loro non piacevano le mie proposte. Sapevano che non avevo la forza per oppormi ai loro ordini. Io però avevo studiato teatro e conoscevo i trucchetti per aggirare le difficoltà e per potermi muovere a modo mio. Da studioso di Machiavelli sono riuscito a imbrogliare i produttori così come facevo con i professori del college”.

Marlon Brando - Il padrino - @WEBPHOTO

Senza dubbio gran parte del successo dell’indimenticabile film è dovuto al cast, con Al Pacino e Marlon Brando, ma anche a tutta la squadra. “Tutti i collaboratori dal direttore della fotografia allo scenografo alla costumista, che mi suggerì di non cambiare troppo spesso gli abiti agli attori perché è quello che li contraddistingue, sono stati delle leggende. E ovviamente il grandissimo compositore Nino Rota. Il tema d’amore non capiva come doveva farlo, gli dissi che volevo una cosa più siciliana, più africana e più atonale. Poi mi cantò quel tema musicale, diventato in seguito famosissimo, e lo trovai perfetto. È stata davvero fondamentale la troupe”.

E sulla Sicilia e Taormina: “Per me rappresentano un periodo felice. Mi sono mangiato tante granite e, da emerito sconosciuto, sono stato accolto con grande calore e gentilezza. Piaceva il fatto che avevo due bambini piccoli. I siciliani sono caldi. Non solo a Savoca, ma in tutti i paesini, mi hanno sempre accolto bene”. Non a caso proprio ieri, sempre sul palco del Teatro Antico, ha anche ricevuto le Chiavi della città dal sindaco di Savoca Massimo Stracuzzi, luogo in cui furono girate alcune scene de Il padrino.

“Finito quel film ero completamente al verde: da due ero passato a tre figli e stavo cercando disperatamente da vivere. Mi avevano ingaggiato per la riscrittura del Grande Gatsby e mi resi conto che nel libro e nella sceneggiatura non esisteva praticamente dialogo tra Robert Redford e Mia Farrow per cui con grande disperazione capii che dovevo inventarlo tutto io.  Nel frattempo a New York uscì Il padrino. Il film stava avendo successo, ma c’era solo un negativo perché non pensavano che il film sarebbe piaciuto”.

Si sbagliavano ovviamente, perché Il padrino ben presto divenne un successo planetario. Infine, festeggiando il suo anniversario, che è un “ritorno al futuro” perché presto sarà in sala con il suo atteso Megalopolis, a proposito di successi al cinema conclude: “Un film lo possono fare tutti, un buon film può combattere una guerra, un grande film è un miracolo”. Leggenda, miracolo: Francis Ford Coppola.