“L'ironia è il filtro del dramma: non sono violento, per cui è la mia unica arma a disposizione per combattere la dittatura e il razzismo. L'ironia è energia vitale estrema contro la morte”. Così Radu Mihaileanu, l'acclamato regista di Train de vie e Vai e vivrai, che porta a Roma fuori concorso il suo nuovo film, Le concert, divertente e incalzante commedia con protagonista l'ex direttore dell'orchestra del Bolshoi di Mosca, Andrei Filipov (Alexei Guskov) che 30 anni dopo essere stato cacciato da Breznev, per il rifiuto a separarsi dai suoi musicisti ebrei, riuscirà a prendersi una rivalsa, portando al Théatre du Chatelet di Parigi il suo amato Concerto per violino e orchestra di Cajkovskij.
“Sono molto angosciato dalla morte, ma l'unico modo per combatterla è nello spiraglio luminoso dell'umorismo. Ceausescu, Breznev e Stalin hanno marcato la mia vita e quella dei miei cari: l'unica arma è l'autoironia, prendere in giro le mie angosce e prendere in giro loro. Ma abbiamo vinto noi, perché siamo ancora vivi: nella testa e nello spirito, più grandi della barbarie”, prosegue Mihaileanu, che per protagonista ha voluto la star russa Alexei Guskov: “L'abbiamo scelto dietro caldo consiglio di hostess e “signorine colte con dei libri in mano” (chiara perifrasi per prostitute, NdR), che attendevano nelle hall degli hotel: per loro, Alexei è come Castellitto in Italia o Depardieu in Francia”.
“All'inizio pensavo non fossi in grado di interpretare Filipov  - ribatte Guskov - poi Radu mi ha esortato a non avere paura. Comunque, il riso è l'unico modo per essere nella vita, per vivere: non a caso, Dante scrisse la Divina Commedia e Checov intitolò commedie tutti i suoi componimenti”.
Girato tra Mosca (due giorni), Bucarest e Parigi, nel cast anche Melanie Laurent, Le concert è stato acquistato in tutto il mondo (in Italia uscirà con Bim in primavera, in Francia il 4 novembre con premiere allo Chatelet, in Usa è distribuito dai fratelli Weinstein, che “dicono di puntare all'Oscar, sono matti!”) eccetto che in Russia e Ucraina: “All'anteprima moscovita, pensavo di finire ammazzato, in particolare per la battuta che ho messo in bocca al direttore dello Chatelet: “I russi sono come dei muli, per farli andare avanti devi dargli un colpo in testa”), ma alla fine l'accoglienza è stata calorosa e divertita”. Addirittura, per Guskov “è il film più patriottico sulla Russia girato negli ultimi anni: prende in giro il comunismo che fu e gli oligarchi attuali come ogni russo farebbe a sua volta”.
Da ultimo, Mihaileanu confessa: “Tutti mi dicono che corro: al cinema, con il ritmo travolgente dei miei film, e nella vita. Ma appunto ho un sola vita a disposizione, e così vuole il mio motore interno. Amo gli slavi, sono dei folli barbari con un'energia enorme, quella che un po' manca all'Occidente. Con Le concert ho voluto unire la ricchezza occidentale al vitalismo dei russi.”.