“E’ la prima volta nella storia che un gruppo di compositori musicali decide di unirsi”, così il compositore di colonne sonore cinematografiche Pivio ha presentato in occasione della Festa del cinema di Roma l’ACMF, Associazione Compositori Musica da Film, di cui è anche presidente. “Capolavori come Via col vento o Arancia meccanica senza le musiche sarebbero stati gli stessi? La risposta è no”, prosegue Pivio che poi aggiunge: “La nostra idea è quella di riuscire a dare più dignità al nostro lavoro”.

Oggi i compositori di musica da film affrontano le difficoltà derivanti dalla crisi di due importanti settori: quello cinematografico e quello discografico. Ed è proprio per rispondere a questa situazione, sempre più grave, che nasce l’esigenza di discutere pubblicamente le problematiche relative alla creazione e alla realizzazione della colonna sonora nell’ambito degli attuali scenari produttivi di un film. 

“La situazione per le colonne sonore è nera se non catastrofica. Inoltre se ne parla molto poco”, dice il vicepresidente di ACMF Giuliano Taviani. “E’ un settore che in Italia produce, ma che non viene considerato”, continua Taviani, compositore di Cesare deve morire e Nessuno mi può giudicare, che poi racconta: “Le produzioni investono nel 90% nella musica di repertorio non originale. Gli studi di registrazione chiudono e si abbassa il livello tecnico. Molti musicisti vengono sostituiti da quelli virtuali e dall’elettronica. Insomma è come se al pittore togliessero il pennello per fare le opere”.

Inoltre continuando così il cinema italiano rischia anche di perdere una delle principali qualità che ha contribuito a renderlo grande e apprezzato in tutto il mondo. L’intenzione dell’ACMF è quella di tutelare i propri associati nella loro vita professionale. “La colonna sonora deve diventare un costo di produzione. Il nostro è un indotto che ha portato alta la bandiera italiana in tutto il mondo”, dice il compositore Stefano Mainetti che poi ricorda l’articolo apparso sul Corriere della Sera lo scorso anno in cui il Premio Oscar Ennio Morricone dichiarava: “Con la Rai ho chiuso. L’ultima volta mi hanno cercato per un’opera di Alberto Negrin. Mi hanno detto: “Ci sono 10 mila euro per lei e per l’orchestra”. Ora, io posso anche decidere di lavorare gratis per la tv del mio Paese, ma i musicisti vanno rispettati. Incidere una colonna sonora con un’orchestra costa almeno 20, 30, forse 40 mila euro. È stato un momento di grande imbarazzo. Così ho dovuto dire: basta, grazie”.

L’ACMF è quindi un’associazione che vuole rappresentare e tutelare i propri associati nella loro vita professionale, incentivando regole eque e trasparenti. Infine il compositore Stefano Caprioli conclude: “Il nostro è un mestiere bellissimo. Noi vogliamo difendere il nostro lavoro e voi non dovete accettare di sentire musica fatta male”.